Crocetta non si dimette: vado avanti fino al 2017. E Musumeci già pensa a Palazzo d’Orléans

Crocetta non si dimette: vado avanti fino al 2017. E Musumeci già pensa a Palazzo d’Orléans
20 luglio 2015

di Gaetano Mineo

Non ha nessuna intenzione di dimettersi, ritorna ad attaccare in modo duro l’Espresso e vuole da Renzi una commissione d’inchiesta affinché venga a galla la verità. Ma il vero colpo letale lo sferra al suo partito, il Pd: “Mi sfiduci, così si renderà complice dei golpisti”. Ritorna nell’arena politica come un leone, Rosario Crocetta, a settantadue ore dallo scandalo mediatico della telefonata con il suo medico e che l’ha travolto senza appello. Giorni vissuti “come un lebbroso, reietto, colpevole di nulla”. Come dire: “Questa e’ stata ed e’ una istigazione al linciaggio”. Il governatore è determinato. Domani si presenterà al parlamento siciliano per chiarire questo inferno che ha catapultato la Sicilia sulla stampa nazionale. E non solo. “Credevo di non poter uscire nemmeno di casa – ripete rinvigorito – di non poter nemmeno guardare la gente in faccia”. Nel giorno del ventitreesimo anniversario della strage dove hanno perso la vita Paolo Borsellino e la scorta, il governatore indirizza messaggi ai figli dell’ex giudice. “Le croci che porta Lucia Borsellino sono anche le mie. Manfredi mi dara’ atto di avere ascoltato, in questi anni, Lucia e di averlo fatto anche piu’ di lui”.

IL COMPLOTTO Insomma, per Crocetta, “c’è un complotto e una congiura per farmi dimettere, ma la verità sta venendo a galla”. E così l’Espresso ritorna nel mirino del presidente della Regione. Domani, il suo legale, Vincenzo Lo Re, illustrerà nel corso di una conferenza stampa, le iniziative giudiziarie che intende adottare nei confronti del settimanale dopo la pubblicazione della notizia dell’intercettazione, smentita dalla Procura, tra il presidente della Regione e il suo medico Matteo Tutino. Il governatore, tuttavia, ha già le idee chiare: “L’Espresso se ha il materiale lo consegni ai magistrati, se non ce l’ha, e non ce l’ha, la cosa è molto grave e vergognosa. Ma ne risponderà davanti alla giustizia”. Vuole a tutti i costi stanare “i golpisti”. Non si arrende. Addirittura chiede che “il governo nomini subito una commissione d’inchiesta per accertare quali servizi deviati e quali poteri oscuri abbiano tentato di farmi fuori”. Già, sabato scorso, “l’ho chiesto al ministro degli Interni Alfano”, fa sapere Crocetta.

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IL COMBATTENTE Dunque, l’ex sindaco antimafia di Gela intende andare dritto fino al 2017, ovvero alla fine naturale della legislatura. “Sono un militante vero – tiene a precisare – un combattente della lotta alla mafia e morirò sul campo non seppellito da una montagna di fango che non mi appartiene e che si sta ritorcendo contro chi l’ha ideata”. E chi l’ha ideata? Di certo c’è una parte del Pd siciliano che vuole le dimissioni del compagno Crocetta. Un Partito Democratico che continua a dilaniarsi e sembra ancor più uscire con le ossa rotte dopo il tornado di polemiche sulle intercettazioni. Uno scenario che sta diventando buona musica per il governatore. “Il Pd vuole le mie dimissioni? Mai, mi sfiducino se vogliono, così si renderanno complici dei golpisti e passeranno alla storia come coloro che hanno ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana”. Vere e proprie dichiarazioni di guerra, e che di fatto, mettono all’angolo il partito di Renzi. Che, tuttavia, è ben piazzato nella giunta Crocetta. L’ultimo assessore Democratico, Baldo Gucciardi, è arrivato meno di una settimana fa a Palazzo d’Orléans per ricoprire il posto di titolare della Sanità della dimissionaria Lucia Borsellino. In buona sostanza, sempre vivo il “partito di lotta e di governo”. Ma ora, per il Pd, la strada è tutta in salita. Da ora in poi, ha poco da guadagnare. Dovrà in ogni caso – come d’altronde dall’inizio legislatura – continuare a percorrere i binari tracciati da Crocetta.

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FERRANDELLI Con l’aggravante che per la prima volta, un suo deputato regionale si dimette da parlamentare per dar vita a un suo movimento. Si tratta di Fabrizio Ferrandelli, vice presidente dell’Antimafia all’Ars. “Avevo dato l’ultimatum a Crocetta e al Pd? Non mi hanno ascoltato – afferma il renziano -. Anzi, Raciti (segretario Pd Sicilia, ndr) ha sentenziato che la legislatura deve continuare e Crocetta, invece di dimettersi, si autosospende, utilizza un istituto fantasma. Io sono coerente: voglio dimettermi”. Il presidente del Pd in Sicilia, Marco Zambuto, intanto, si scaglia contro il suo stesso partito. “Il Pd siciliano non può voltarsi dall’altra parte – dice l’ex Pdl, ex Udc -. Dopo le dichiarazioni di Manfredi Borsellino, non può farlo. Troppo presto sono state archiviate le motivazioni per cui Lucia Borsellino si è dimessa da assessore regionale alla Sanità. E’ stato un grande errore”.

IL FUTURO GOVERNATORE Infine, c’è chi pensa di diventare prossimo governatore. “Io sono convinto che Crocetta non se ne vada nemmeno con la bomba atomica – afferma il parlamentare Nello Musumeci -. Le parole di Manfredi Borsellino segnano però la linea tra il prima e il dopo. Adesso non si può più evitare di scegliere”. Per il vice segretario de La Destra, “da domani si comincerà un’altra battaglia politica”. “I miei amici politici mi indicano come candidato a governatore se ci fossero elezioni anticipate – aggiunge Musumeci – ma ancora è presto per parlarne. Abbiamo creato questa lista civica che pensiamo possa funzionare, vedremo”.

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