Crono al siciliano Martin, Nibali le mani sul Tour

27 luglio 2014

“Non è un sogno, l’ho vinto davvero”. Ci vuole davvero tanto per superare la scaramanzia e strappare a Vincenzo Nibali la frase che lo incorona vincitore del Tour de France 2014. Diciotto anni dopo Marco Pantani e con la maglia di Marco Pantani nel camper perché mamma Tonina ha voluto regalare al siciliano il giallo del pirata. “Per me l’ha presa Scarponi – ha raccontato Nibali a fine corsa – ed io le ho promesso che tornerò ad omaggiare Marco. Quando ero piccolo correvo con la bandana al di sotto del casco”.

Lo squalo dello stretto, nato a Villafranca Tirrena, in provincia di Messina 29 anni fa, è entrato nel ristretto novero dei corridori che hanno vinto le tre Grandi corse a tappe. La Vuelta nel 2010, il Giro nel 2013, il Tour nel 2014. Oggi l’ultimo squillo, il quarto posto nella crono individuale di 54 km vinta dallo specialista Tony Martin. “Lunga, difficile, estenuante.

C’era un po di tensione, questo è normale ma non vedevo l’ora di giungere all’arrivo”.La giornata di domani è quella che conta di più. “La prima volta che sono arrivato al Tour – racconta – l’ultimo giorno è stato da pelle d’oca. Il giro d’onore, l’arco di Trionfo, la folla, gli applausi, la gente. Me la voglio gustare dall’inizio. Per ora è tutto un po irreale perché non sono ancora entrato nell’ottica di tutto questo. E’ stato un Tour logorante. Ho portato la maglia dal secondo giorno fino ad oggi, abbiamo controllato, abbiamo attaccato, abbiamo gestito”. Ed ora resta l’ultima tappa, fino a Parigi, quella nella quale si brinda in corsa, quella nella quale un italiano tornerà a vincere la corsa a tappe più importante del mondo.

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Quattro i suoi squilli al Tour, la seconda tappa da York a Sheffield, la decima con arrivo a Planche des Belles Filles, la tredicesima di Chamrousse e la diciottesima sull’Hautacam. “E volevo far bene anche nella cronometro per dare un segnale a me, a tutti”. A Brescia, in occasione dell’arrivo del Giro d’Italia non cantò l’inno, troppo emozionato. Ed a Parigi sarà incoronato tra i grandi: Eddy Merckx, Bernard Hinault, Jacques Anquetil, Alberto Contador, Felice Gimondi. Mica gente qualunque. “Ma io non sono leggenda” si scherniva qualche giorno fa. I fatti, però, dicono diversamente se è vero che ha tutte le maglie più importati e la Francia ciclistica si è inchinata al suo imperatore adx. (TMNews)

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