“Cura Italia” spezza il clima di unità nazionale, centrodestra all’attacco

“Cura Italia” spezza il clima di unità nazionale, centrodestra all’attacco
Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi
19 marzo 2020

Si punta a velocizzare i tempi, ma non a blindare il provvedimento, anche se il premier Giuseppe Conte alla video conferenza con i capi delegazione e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri ha chiesto di fare in fretta e di poter approntare tutti i decreti ministeriali. E’ stata presa anche la decisione di accorpare tutti i decreti (anche quelli in ambito giustizia e sanità e sulle prime misure economiche per le Zone rosse) in un unico provvedimento. Arriveranno i pareri di tutte le commissioni e seppur i lavori si terranno subito in Aula c’è la prospettiva che anche l’accordo sul Parlamento dimezzato possa saltare. Intanto, il clima di unità nazionale che si era instaurato con il voto sul discostamento del deficit non c’è più. In attesa di capire se Conte tornerà a vedersi con i leader del centrodestra, torna alta la tensione tra le forze di maggioranza e opposizione. Il decreto ‘Cura Italia’ varato dal Consiglio dei ministri viene considerato insufficiente da Lega, Fdi e FI. “O cambia o non lo votiamo. Noi non firmiamo deleghe in bianco. Non ci stiamo ad approvare 127 articoli a scatola chiusa”, attacca Salvini. “Abbiamo collaborato” con il governo “sin dall’inizio, ma visto il testo del decreto sul lato economico non si può dire che quelle norme siano frutto di collaborazione”, rincara la leader di FdI, Giorgia Meloni.

E anche Silvio Berlusconi, pur invitando i suoi a toni distensivi, è critico: “Il decreto deve essere ampiamente modificato e migliorato in Parlamento perché possa avere il nostro appoggio”. In particolare, Salvini e Meloni dicono no alle misure riguardanti le carceri e all’utilizzo del Fondo Salva Stati e invitano il presidente della Camera, Roberto Fico, a far sì che il Parlamento sia nel pieno delle sue funzioni. Puntano insieme a FI a stravolgere il testo. Il leader lumbard poi chiede a Conte di riferire in Aula e non esclude di chiedere un nuovo incontro a Mattarella se non sarà ascoltato. Il segnale che la tregua sulla lotta al coronavirus è saltata arriva anche dal Senato: la richiesta di far lavorare solo la Commissione Bilancio sul decreto viene respinta proprio dal partito di via Bellerio. Il testo arriverà nell’Aula di palazzo Madama l’8 aprile. Giovedì 26 si voterà il calendario mentre il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato al 27 marzo e per i subemendamenti al 31. Il decreto poi passerà alla Camera dove dovrebbe rimanere fino al 24 aprile, ma non si esclude un nuovo passaggio parlamentare (l’ultima data utile per la conversione in legge è quella del 16 maggio). 

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