Gerry Calà apre il suo cuore a Rai1, svelando in modo diretto e ironico la sua prospettiva sul tradimento e sull’amore vissuto intensamente. Nell’intervista a Nunzia De Girolamo, in onda domani alle 17.10 nella seconda puntata di “Ciao Maschio”, l’attore catanese ripercorre momenti cruciali della sua vita privata e professionale, tra amori travolgenti e il successo improvviso che lo ha segnato.
Secondo Calà, il tradimento non è tanto un atto isolato quanto il campanello d’allarme di una relazione che ha esaurito il suo percorso. “Il tradimento può essere la fine dell’amore che stai vivendo e per cui vai a cercare quello che ti manca, altrove. Per me è un segnale che sei a fine corsa”, spiega con schiettezza. L’attore racconta però anche un’esperienza personale, fatta di accuse ingiuste che, paradossalmente, lo hanno spinto ad arrendersi all’idea stessa del tradimento: “Pur amando molto, venivo accusato senza motivo, e allora dicevo: ‘tanto vale che tradisco’”.
La conversazione si sposta poi su un ricordo prezioso: un servizio fotografico con Mara Venier, con cui Calà ha condiviso un “grandissimo amore”. “Eravamo due ragazzini di trent’anni, appena fidanzati”, ricorda l’attore. Mara è stata per lui un punto di riferimento solido in un periodo di turbolenze emotive e successo vertiginoso. “Mi ha fatto stare coi piedi per terra in un momento in cui potevo anche perdere la testa”, ammette Calà con affetto e ironia.
Quegli anni sono quelli di trionfi cinematografici con due pellicole che segnano la storia del cinema italiano degli anni ’80: “Sapore di mare” e “Vacanze di Natale”, entrambe dirette da Carlo Vanzina. “Avevo in classifica due film contemporaneamente al primo e al secondo posto”, ricorda l’attore, sottolineando che Mara, pur di sostenerlo, ha rinunciato ad importanti ruoli cinematografici: “Diceva: ‘in casa già basta uno che fa questo lavoro’”.