Turchia post-golpe, un detenuto su tre è uno studente

Turchia post-golpe, un detenuto su tre è uno studente
Recep Tayyip Erdoğan, presidente della Turchia
22 settembre 2017

Nella Turchia dello stato d’emergenza il numero dei prigionieri continua a crescere ogni giorno. Una tendenza dove non fanno eccezione nemmeno gli studenti che rappresentano un terzo della popolazione carceraria complessiva del paese. Secondo i dati comunicati dal ministero della Giustizia, lo scorso agosto si contavano in carcere oltre 201mila persone, un numero che include circa 70mila studenti, sia liceali che universitari. Il dato, estremamente inquietante, sugli studenti in carcere è stato annunciato dal ministero della Giustizia in risposta ad una interrogazione parlamentare presentata questo mese dalla deputata dell’opposizione Gamze Akkus Ilgezdi (Partito repubblicano del popolo, CHP). Ma il numero comunicato si riferirebbe solo al dicembre 2016, quindi la cifra reale potrebbe risultare di gran lunga superiore, anche perché include solamente gli studenti effettivamente iscritti e non quelli che hanno congelato la propria posizione.

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Commentando la risposta fornita dal ministero, la parlamentare CHP ha ricordato che oltre questo dato di per sè allarmante va considerato che lo stato di detenzione – spesso molto lungo – limita fortemente il diritto allo studio degli studenti, anche perché nella maggior parte dei casi le strutture carcerarie non hanno spazi dedicati agli studenti, una biblioteca o un collegamento a internet. Inoltre, non potendo partecipare ai corsi obbligatori, gli studenti vengono bocciati per mancanza di frequenza, mentre spesso non riescono a dare esami perché le prigioni non forniscono la possibilità di trasferta, oppure vengono semplicemente espulsi dalle scuole e università frequentate, a causa della situazione in cui si trovano. I motivi dei fermi e degli arresti che colpiscono gli studenti sono svariati, ma aver protestato contro il governo, essere accusati di una affiliazione terroristica o aver condiviso nei social media dei post o altro materiale critico nei confronti dell’esecutivo emergono come principale causa di detenzione. In Turchia ci sono attualmente 381 prigioni , 38 delle quali costruite nel 2016. La tendenza è in evidente crescita, con ben 11 nuove strutture carcerarie inaugurate tra giugno e agosto. Ed in totale accordo con il clima delle purghe di massa che proseguono dall’estate 2016.

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