Ddl concorrenza: allarme Antitrust su lobby scatenate

Ddl concorrenza: allarme Antitrust su lobby scatenate
18 giugno 2015

Il disegno di legge sulla concorrenza, all’esame del Parlamento, darà “un’ulterore spinta all’apertura dei mercati ed all’aumento della competitività” del Paese. Lo ha sottolineato il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nella sua relazione annuale al Parlamento avvertendo, però, che “l’opposizione delle lobbies, che difenderanno le loro rendite di posizione, sarà certamente assai intensa”. Pitruzzella si è detto ottimista, dicendo che “siamo certi che il Parlamento saprà resistervi” ma sul testo della legge le lobbies sono scatenate, sia a sostegno di misure attese dai loro rappresentati, sia contro provvedimenti che minano lo status quo di alcuni settori. Il giro di audizioni in Parlamento sul ddl è stata la cartina di tornasole dell’allarme lanciato da Pitruzzella. Tutte le associazioni dei settori coinvolti dalla legge si sono avvicendate di fronte ai componenti delle commissioni parlamentari competenti (Finanze, Attività Produttive e Giustizia). Ognuna con le sue slides, con i suoi dati, per dimostrare la fondatezza del tale articolo o per contestare gli inevitabili disastri che un comma può provocare.

Proviamo a fare un riassunto, anche se non esaustivo, di alcune delle contestazioni più accese viste sul testo. A cominciare dai farmaci. Qui la guerra è iniziata ancora prima che il provvedimento approdasse in Parlamento, tanto da convincere il governo a stralciare la norma che apriva la vendita dei farmaci di fascia C nella grande distribuzione. Decisione accolta con favore da Federfarma, la federazione dei farmacisti che, temendo però un possibile dietrofront, non ha mancato di ammonire i deputati a evitare un possibile ripescaggio della liberalizzazione della vendita. Di contro Federdistribuzione, la lobby della grande distribuzione, nel corso dell’audizione ha bollato la scelta come una “tutela corporativa” e un’occasione persa. Ma i farmacisti, riusciti a scansare la mina della liberalizzazione della fascia C, continuano a lottare contro l`apertura della titolarità delle farmacie a società di capitali. Questo, dicono, “cambierebbe la missione della farmacia e getterebbe il mercato nelle mani di pochi gruppi oligopolistici”.

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Per una volta d’accordo anche la lobby delle parafarmacie, storica nemica di Federfarma, ma per ragioni diverse. Intestare le farmacie ad una società, hanno denunciato alla Camera, consentirebbe “anche ai non laureati di ereditare le farmacie di famiglia”. Altro nodo sul quale il ddl concorrenza ha attivato le lobby di settore è quello delle misure sulle assicurazioni auto. Promosse quasi a pieni voti dall’Ania, l’associazione delle compagnie, che davanti ai deputati ha stimato una riduzione del 15% delle tariffe in tre anni con le misure allo studio. Gli assicuratori plaudono in particolare all’identificazione tempestiva dei testimoni dei sinistri, all’adozione delle nuove tabelle per i danni non patrimoniali e all’utilizzio della cosiddetta scatola nera. Strumento sul quale ha manifestato il suo apprezzamento davanti ai parlamentari anche l’Anfia, l’associazione delle imprese della filiera automotive, che, per inciso, rappresenta anche i produttori di questi dispositivi. La stessa Anfia, però, nella veste di rappresentante dei produttori di ricambi auto e degli autoriparatori è stata molto più critica sulle misure che prevedono l’obbligo di riparazione delle auto presso officine e carrozzieri convenzionati. Nella battaglia contro questo punto si sono associati i carrozzieri aderenti a Confartigianato, Cna e Casartigiani.

Ascoltata anche la lobby degli avvocati rappresentata dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana che in Parlamento ha parlato invece di ‘regalo alle compagnie’ a scapito dei consumatori riferendosi agli articoli sulla Rc auto. Davanti alle commissioni parlamentari sono sfilate anche le organizzazioni del settore energetico, per le misure su energia e carburanti. Hanno premuto a favore dell’abolizione del mercato tutelato dal 2018 sia l’associazione delle utility Utilitalia che quella dei produttori Assoelettrica. Entrambe unite anche nel chiedere misure contro la morosità delle bollette. Contrari i sindacati secondo i quali con l’abolizione del mercato protetto di elettrictà e gas viene meno un’importante salvaguardia per le persone più deboli. Lobby ‘contro’ anche su altre misure. Assopetroli, che rappresenta la logistica petroifera, ha criticato l’eliminazione dell’obbligo di erogare Gpl e metano nelle nuove stazioni di servizio mentre Assogasliquidi, lobby della distribuzione di Gpl e metano aderente a Confindustria, si è detta d’accordo purché le regioni continuino a sostenere i carburanti alternativi. Assopetroli e Unione Petrolifera (associazione delle compagnie) sono state unite nel chiedere un programma di razionalizzazione delle aree di servizio. L’esame del ddl concorrenza in Commissione ha visto gli interventi anche delle assoziazioni dei giovani professionisti, Aiga (avvocati), Asign (notai) e Ungdcec (commercialisti) che hanno contestato, tra l’altro, le norme sulla costituzione di società di capitali tra professionisti, e la possibilità per gli avvocati di redigere atti su immobili ad uso non abitativo.

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Alla Camera si sono visti anche sindacati confederali ed alcune associazioni datoriali, come quella dei costruttori Ance, uniti nel bocciare la portabilità dei contributi per la previdenza complementare. Misura che secondo Cgil, Cisl e Uil introdurrebbe una concorrenza sleale per i fondi di categoria a favore dei soggetti più forti come assicurazioni e banche. E che secondo l’Ance complicherebbe enormemente la gestione contributiva per le aziende, costrette a rapportarsi a un numero potenzialmente illimitato di istituzioni. Ma l’elenco delle lobby ascoltate per la stesura del provvedimento alla Camera è solo parziale. Sono sfilati in Commissione anche i sindacati dei benzinai FEGICA, FIGISC e FAIB, l’Associazione nazionale cooperative di consumatori (ANCC-COOP), l`Associazione Nazionale Cooperative fra Dettaglianti Conad (ANCD), il Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali, ASSOFARM, l’Associazione nazionale industrie farmaci generici, Federcarrozzieri, Alleanza delle Cooperative italiane, Confedilizia, il Consiglio dell`Ordine degli avvocati, l’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori, il Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali (CUP).

E non è finita. Domani alla Camera sono previste le audizioni di Assofin, Confindustria, Assofondipensione, Consiglio nazionale del notariato, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Associazione italiana grossisti di energia e trader (AIGET), Reti professioni tecniche (RPT) e Confprofessioni. Ci sono elementi sufficienti per ritenere fondato l’allarme di Pitruzzella: “L’opposizione delle lobbies, che difenderanno le loro rendite di posizione, sarà certamente assai intensa”. Forse ce n’è qualcuno in meno per condividerne l’ottimismo sul fatto che “il Parlamento saprà resistervi”.

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