Dell’Utri: “Processo politico. Mi sento prigioniero”

“Questa sentenza e’ frutto di un processo politico. Mi sento prigioniero”. Parla Marcello Dell’Utri, secondo quanto riferisce il cronista di Sky Tg24, in merito al verdetto della Cassazione che ha confermato la condanna definitiva a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Le telecamere sono riuscite a entrare nella stanza dell’ospedale Al Hayat di Beirut, dove l’ex senatore e’ sorvegliato a vista da guardie militari armate. In stato di fermo, sbarbato, tutto sommato tranquillo, Dell’Utri, in t-shirt e pantaloncini, ha al suo fianco da qualche giorno anche la figlia che non lo lascia mai da solo.

Dunque, la Corte di Cassazione conferma per Marcello Dell’Utri la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, comunica alle competenti Autorita’ del Libano, dove si trova l’ex-senatore di Forza Italia, la sopravvenuta irrevocabilita’ della sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti. La Cassazione ha cosi’ accolto la richiesta della Procura rappresentata dal pg Aurelio Galasso, il quale davanti alla Corte ha sostenuto che ”per 18 anni, dal 1974 al 1992, Dell’Utri e’ stato garante dell’accordo tra Berlusconi e Cosa nostra”.

Rimane ora da risolvere il problema dell’estradizione dal Libano, dove non e’ riconosciuto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Dell’Utri, agli arresti provvisori, potrebbe essere rilasciato tra tre giorni se entro il 12 maggio non arriveranno a Beirut i documenti di richiesta di estradizione. Nel comunicato del Ministero si precisa che ”la sentenza e’ divenuta, infatti, esecutiva, a seguito del rigetto del ricorso per cassazione proposto dalla difesa dell’imputato” e ”la trasmissione della comunicazione alle Autorita’ Libanesi avviene attraverso i consueti canali diplomatici”. (Asca)

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