Cronaca

Dell’Utri resta in carcere. Legali: sentenza Cedu non vale per lui

Niente nuovo processo e quindi niente sospensione dell’esecuzione della pena per Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia condannato a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Lo ha deciso la seconda sezione della corte d’appello di Caltanissetta che ha, infatti, rigettato la richiesta di revisione. Lo scorso 6 febbraio anche il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di sospensione della pena per motivi di salute presentata dai legali dell’ex senatore di Forza Italia da tempo malato di tumore. Secondo i giudici Dell’Utri deve rimanere nel carcere di Rebibbia, perché il tumore di cui soffre non è in stato avanzato e perché ‘deambula’, dunque sarebbe in grado di fuggire. I giudici sono convinti che l’ex senatore di Forza Italia possa essere curato adeguatamente presso i reparti sanitari previsti nelle carceri. Il tribunale ha escluso l’alternativa proposta dai legali di Dell’Utri, che proponevano la sospensione della pena per effettuare presso la struttura ospedaliera Humanitas, di Milano, le cure a lui necessarie. Nelle motivazioni il giudice cita anche la richiesta di condanna a 12 anni di reclusione avanzata di recente dalla procura di Palermo nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, che vede Dell’Utri imputato di minaccia e violenza a corpo politico dello Stato. “Abbiamo presentato istanza di incidente di esecuzione e ci e’ stato dichiarato inammissibile dalla corte d’appello di Palermo – hanno detto i legali dell’ex senatore di Forza Italia Francesco Centonze e Tullio Padovani -. Seguendo le indicazioni della Cassazione abbiamo proposto istanza di revisione e ci e’ stata rigettata. Evidentemente la pronuncia della Cedu, che ha stabilito che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa esiste nel nostro ordinamento solo dal 1994, non ha valore per Marcello Dell’Utri”.

Terzo rigetto, dunque, su tre istanze di scarcerazione. I legali dell’ex senatore di Forza Italia, avevano presentato l’istanza chiedendo la revisione del processo, in forza di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, recepita dalla Cassazione con riferimento alla posizione di Bruno Contrada. La questione ruota attorno alla configurazione “non sufficientemente chiara” del reato di cui Dell’Utri e Contrada sono stati riconosciuti colpevoli. In precedenza la proposta di “estendere” a Dell’Utri le decisioni relative all’ex superpoliziotto era stata rigettata per due volte a Palermo – la seconda il mese scorso – e ora anche la Corte nissena ha detto di no, negando pure la sospensione dell’esecuzione della pena, che era stata chiesta dalla stessa Procura generale di Caltanissetta. Secondo, il deputato Amedeo Laboccetta (Fi), “l’assurda decisione dei giudici della Corte d’Appello di Caltanisetta di mantenere agli arresti Marcello Dell’Utri conferma ancora una volta l’accanimento nei confronti di una persona gravemente malata”. Per l’esponente forzista, si tratta di “una decisione priva di ogni principio di umanità basata su un pericolo di fuga inesistente viste le sue condizioni – dice -Ancora una volta ha prevalso il giustizialismo e il mondo politico non può rimanere impassibile davanti a tale decisione. Doveroso appellarsi al Presidente Mattarella che in qualità di Presidente del Csm non può rimanere in silenzio davanti a questa vicenda”.

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