Destra di governo ricorda Tatarella: Meloni corona suo sogno

Destra di governo ricorda Tatarella: Meloni corona suo sogno
Pinuccio Tatarella
7 febbraio 2024

C’è chi fa ridere la platea con aneddoti e battute, come il presidente del Senato Ignazio La Russa. Chi invece si commuove, come il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che spiega di non aver mai cancellato il suo numero dalla rubrica del telefono nella illogica speranza di poterlo ancora chiamare per chiedere un consiglio. La destra di oggi, quella che governa e che è arrivata fino a palazzo Chigi, si è ritrovata nella sala Koch del Senato per ricordare uno dei suoi padri, Pinuccio Tatarella, a 25 anni dalla sua morte. Un evento al quale ha partecipato anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Non è la prima volta che accade, già cinque anni fa il presidente della Repubblica aveva preso parte a una commemorazione alla Camera. Ora come allora senza parlare. Ma è per esempio La Russa – nel suo intervento – a ricordare le tante cene tra i due ai tempi del cantiere della legge elettorale.

Quale fosse la considerazione tra di loro lo ha però detto lo stesso Mattarella in un intervento, rintracciabile su internet, che risale al 1999, in cui ricorda il ruolo di Tatarella come “collante del Polo di governo”. Il suo famoso soprannome di ministro dell’armonia, spiegava all’epoca il capo dello Stato, “nasce come definizione di armonia dentro il Polo ma è anche vero che vi era un rapporto non dico di armonia, ma di dialogo, anche in generale con il restante mondo della politica”. Un’associazione ricorrente nel corso degli interventi, quella tra moderazione e Tatarella, del quale è stata ricordata anche la sua decisione di iscriversi al Movimento sociale non perché nostalgico del fascismo ma perchè fortemente anticomunista. Che però, come riferisce Sangiuliano, con i comunisti ci parlava.

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Il “dottor Sottile del centrodestra”

 

“Raccontano – ha detto il ministro della Cultura – che lui andava ad ascoltare i discorsi di Di Vittorio che era di Cerignola come lui. Io non so se questo fatto è accaduto realmente, ma dice una cosa vera di Tatarella che era questa sua capacità di incuriosirsi dell`avversario politico”. Per Sangiuliano, poi, “il fatto che sia ancora il convitato di pietra di tante discussioni sulle riforme, sul Meridione e sulla cultura politica della destra dice molto”. “Si dice che il centrodestra sia nato con Berlusconi, forse è nato prima”, ha sostenuto Maurizio Belpietro, mentre Stefano Folli ha definito il suo come un “nazionalismo dell’anima, lontano dal nazionalismo folkloristico”. Antonio Polito ha invece preso a prestito una definizione di Gaetano Quagliarello che lo ha descritto come il “dottor Sottile del centrodestra”. Il presidente del Senato ha scelto di condire con molti aneddoti scherzosi il suo intervento, anche se prima di tutto ci ha tenuto a dire che “per chi gli è stato amico, Pinuccio non è mai morto. Non c`è scelta che io faccia, anche sbagliata, in cui non mi chiedo che avrebbe detto”.

La Russa ha poi ricordato quando Tatarella disse a Fini che lui non era il numero due ma il numero uno bis, o di quella volta che accompagnando Berlusconi alla Fiera del Levante a Bari gli disse: “Tu hai Fininvest, la Puglia è la mia Fininvest”. Spazio anche per una battuta sul suo soprannome: “Armonia per gli altri che quando si arrabbiava con noi…”. Ma tornando all’eredità politica, La Russa ha affermato con convinzione che quella di Tatarella è una “profezia che si è avverata”. “Non ha mai abbandonato l`idea di una destra moderna, europea, non nostalgica che rispettasse la storia ma facesse anche la storia”, ha detto.

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La seconda carica dello Stato non ha dubbi: “Credo che anche il ruolo della prima donna presidente del Consiglio sia la chiusura di una storia che lui aveva non soltanto immaginato ma probabilmente sperato”, ha detto. La pensa così anche Gianfranco Fini secondo cui la presenza a palazzo Chigi di una premier “orgogliosamente di destra” è il “coronamento del suo sogno”. Ai suoi ex compagni di strada, però, lo storico leader di An sembra inviare un messaggio che è più un ammonimento che un suggerimento. Per Tatarella, ha sottolineato, “era essenziale la progettualità e, una volta individuato il progetto, occorreva la capacità di promuoverlo, di renderlo noto, di farlo apprezzare. Quindi, in termini sintetici, la netta distinzione tra una elaborazione politica e la propaganda”.

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