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Diciotti, Gasparri propone il no al processo a Salvini. Tensioni tra i 5 stelle

Il Tribunale dei ministri di Catania, che ha chiesto l’autorizzazione a procedere a carico di Matteo Salvini per il caso dei migranti trattenuti per cinque giorni ad agosto a bordo della nave della Guardia costiera Diciotti, dovrà valutare anche la documentazione allegata alla memoria che lo stesso ministro dell’Interno ha depositato presso la Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato. E’ questa la decisione che i membri della Giunta hanno assunto stamattina: gli allegati infatti contengono i documenti presentati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro Danilo Toninelli in cui si certifica che le scelte fatte in quei giorni sono il frutto di decisioni collegiali del Governo e non di una scelta individuale di Salvini.

L’iter però va avanti, ha precisato il presidente della Giunta Maurizio Gasparri, relatore su questa vicenda, che ha proposto di respingere la richiesta dei magistrati siciliani perché l’azione di Salvini, ha spiegato, è legata alle scelte politiche del Governo e ai “preminenti interessi pubblici” che deve tutelare. La riunione è stata quindi aggiornata alle 16 di oggi. Gasparri ha rivendicato come sua scelta la proposta, approvata dai suoi colleghi di Giunta, di mettere le carte presentate dal Governo a disposizione del Tribunale dei ministri; la stessa proposta comunque era stata avanzata in precedenza dall’ex presidente del Senato Pietro Grasso, che ha alle spalle una lunga carriera di magistrato.

Resta il nodo della decisione che deve assumere il Movimento 5 stelle: da sempre la forza più critica contro l’istituto dell’immunità per i membri del Governo e del Parlamento, da tempo in fibrillazione interna per la necessità di difendere la stabilità dell’esecutivo gialloverde di fronte alla richiesta di Salvini di non essere mandato a processo. “Alla fine ci toccherà difendere Salvini”, borbottano da settimane alcuni parlamentari vicini ai vertici del movimento, ma non si tratterà di una scelta indolore. Il senatore stellato Mario Giarrusso si è limitato a dire oggi che la posizione da assumere verrà valutata anche in base alla “documentata” relazione di Gasparri e non ha anticipato l’orientamento del suo gruppo. Ma il tempo stringe, e il momento della scelta si avvicina.

LA DECISIONE DI GASPARRI

La scorsa settimana Pietro Grasso, membrio LeU della Giunta, parlando con i giornalisti aveva sollevato il tema sostenendo l’opportunità di inviare la documentazione di Conte e di Di Maio al Tribunale dei Ministri di Catania. Ma evidentemente l’ex presidente del Senato non aveva poi fatto formale richieste in Giunta. Stamattina la Giunta è tornata a riunirsi. “Voglio ribadire – ha spiegato Gasparri in una nota – che io ho deciso di scrivere alla Presidente Casellati, pregandola di inviare alla Procura di Catania gli allegati di Conte, Di Maio e Toninelli, che Salvini ci ha fatto pervenire insieme alla sua memoria. Non c’è stata nessuna richiesta di chicchessia in Giunta, dove io ho aperto i lavori dando questa notizia e leggendo la mia lettera alla Presidente Casellati”.

Nella nota Gasparri illustra i lavori in Giunta che si sono svolti stamattina e afferma che non ci sarà alcun blocco della procedura. “Ho illustrato la mia proposta nella qualità di relatore, che si conclude con la ipotesi di negare l’autorizzazione a procedere. Prego quanti stanno seguendo la vicenda, anche nel campo dell’informazione, di leggere la relazione di quindici pagine con le motivazioni giuridiche ed anche i riferimenti ad atti ed interventi parlamentari delle massime cariche di governo, che sono essenziali, a mio avviso, per arrivare alle conclusioni che ho esposto. Non c’è nessun blocco della procedura – ha concluso – né sussistono altre situazioni che pure vedo citate su agenzie e siti di giornali. La Giunta tornerà a riunirsi oggi e domani e concluderà i propri lavori entro i termini previsti dal regolamento del Senato pronunciandosi sul caso che alla Giunta è stato assegnato dalla presidenza del Senato”.

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