Cronaca

Difesa Usa: risposta immediata a chi minaccia la Nato

“Siamo pronti a scoraggiare qualsiasi minaccia all’alleanza NATO. Questo è ciò che facciamo quando operiamo in mare. E in realtà, quotidianamente, ci concentriamo solo sul nostro addestramento e sulla nostra capacità di essere pronti a qualsiasi cosa ci capiti, che si tratti delle condizioni meteorologiche che a volte sono difficili in mare, o di un problema, o se serve assistenza umanitaria a qualcuno in mare che ha bisogno del nostro aiuto: andiamo e lo assistiamo. Lo abbiamo già fatto più volte durante questa missione, e se c’è una crisi nella regione, siamo in grado di rispondere anche a quella. Ci concentriamo sull’addestramento ogni singolo giorno”.

Paul Lanzilotta

Ci troviamo sulla portaerei USS Gerald R. Ford (CVN-78), il vascello dei record. La più grande nave militare al mondo che ha lasciato la fitta foschia della Virginia, negli Stati Uniti d’America per arrivare nel Mar Mediterraneo e partecipare all’attività Nato Neptune Strike. A parlarci è il comandante del Carrier Strike Group 12, il contrammiraglio Paul Lanzilotta.

“Quando guardo il Mar Mediterraneo, la prima cosa che faccio è concentrarmi sull’Italia, ma non è solo per quello che sono, per le mie origini italo-americane. Il Mediterraneo collega a regioni davvero importanti, e quindi operare nel Mar Mediterraneo e nei suoi dintorni ha significato dal punto di vista di una nazione marittima, perché collega due linee di comunicazione strategiche tra lo Stretto di Gibilterra, il Canale di Suez, e il Mar Rosso, e gli altri accessi, al Mar Nero per esempio”, dice.

Lanzilotta ricorda poi un importante anniversario che si avvicina: il 4 luglio 2026, gli Stati Uniti d’America celebreranno il 250esimo anniversario della firma della Dichiarazione di Indipendenza e le candeline verranno spente anche dalla loro Marina militare (celebrando già quest’anno, attraverso UNITAS 25, l’esercitazione marittima multinazionale più longeva al mondo).

Lanzilotta sottolinea inoltre l’importanza di poter viaggiare liberamente tra Italia e Stati Uniti d’America. “Poter visitare la famiglia che potrebbe essere ancora nel Paese d’origine. Per me non è proprio così, ma per molte persone negli Stati Uniti che hanno radici in altri Paesi, è una benedizione poter tornare a casa e sperimentare com’era la vita per i loro antenati”.

Poi ricorda il nonno, che era calabrese. “Non guadagnava molto e doveva lavorare duramente” afferma il contrammiraglio. “Ha insegnato a mio padre l’importanza dell’istruzione. E io ho potuto beneficiare di quanto mio padre e mio nonno mi hanno consentito. Trovo che sia un onore poter restituirlo e servire il mio Paese, in uniforme da ufficiale di Marina. E poi, facendo questo, contribuire anche a istruire i marinai che sono con noi, che hanno le stesse speranze e gli stessi sogni per la loro vita, per i loro figli e per i loro nipoti. Quindi, significa molto per me essere di nuovo nel Mar Mediterraneo. Adoro questo posto. E significa molto per me poter servire qui”. askanews

Pubblicato da
Cristina Giuliano