Economia

Direttiva Copyright, Italia e altri paesi bloccano trilogo Ue

E’ stato annullato il negoziato a tre (“trilogo”) che doveva cominciare oggi a Bruxelles fra i rappresentanti del Consiglio Ue, della Commissione europea e dell’Europarlamento sulla direttiva per la tutela del Copyright nel mercato digitale. La decisione di rinviare a una data ancora imprecisata il “trilogo” è stata presa dalla presidenza di turno romena del Consiglio Ue, dopo l’opposizione espressa da una coalizione di paesi membri (fra cui Italia, Germania, Belgio, Olanda e Polonia) al testo proposto dal Parlamento europeo come base per l’accordo. Durante il briefing quotidiano con la stampa della Commissione, oggi a Bruxelles, il portavoce capo dell’Esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, ha confermato che il trilogo sulla direttiva Copyright previsto per oggi “non avrà luogo”, perché “il Consiglio Ue ha bisogno di più tempo per finalizzare la propria posizione”.

Si tratta, ha aggiunto il portavoce, di “un dossier prioritario per le istituzioni europee e di una riforma chiave per i cittadini europei, come per gli autori e per il settore della stampa. Il nostro obiettivo con questa riforma è quello di portare benefici tangibili agli autori creativi, agli artisti e ai giornalisti, e di aprire un potenziale di maggiore creatività per chiarire le norme sul diritto d’autore e renderle adatte all’era digitale. Noi della Commissione – ha concluso Schinas – continueremo il nostro duro lavoro di mediatori, per aiutare le istituzioni dell’Ue a raggiungere un accordo al più presto possibile”. La riforma Ue del Copyright è stata osteggiata con una dura campagna da parte dei giganti di Internet, e in particolare da Google, e una sua prima versione era stata bocciata a maggio dalla plenaria del Parlamento europeo, che però, dopo aver introdotto alcune modifiche, ha poi approvato a settembre una “posizione negoziale” per le trattative con il Consiglio Ue.

I punti più controversi della direttiva sono gli articoli 11 e 13, che riguardano gli obblighi che sarebbero imposto alle grandi piattaforme di Internet di negoziare dei contratti di licenza con gli editori d’origine delle notizie o di altri contenuti pubblicati online (art.11), e di predisporre dei “filtri” che impediscano la violazione del diritto d’autore da parte degli utenti quando, ad esempio, vengono pubblicati degli articoli o dei brani musicali sui social media (art.13). Il negoziato del trilogo doveva decidere in particolare la lunghezza massima degli estratti che possono essere pubblicati online senza far scattare l’obbligo dell’art.11, e una lista del tipo di contenuti che gli utenti possono pubblicare liberamente, senza violare il diritto d’autore. askanews

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