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Djokovic “è libero”. Ma il ministro deve decidere su visto

Il ministro australiano dell’immigrazione, Alex Hawke, non prenderà una decisione oggi sull’annullamento del visto di Djokovic. Lo riferisce la stampa australiana nelle edizioni online, ricordando che Hawke aveva quattro ore per usare il suo potere personale ai sensi del Migration Act. Il governo ha deciso di non prendere una decisione entro le quattro ore. Si prevede che Hawke deciderà se annullare il visto domani.

Intanto, in una conferenza stampa convocata dalla famiglia dopo il verdetto dei giudici australiani che hanno annullato la revoca del visto d’ingresso nel Paese al tennista, rilasciandolo, Djordje Djokovic, fratello di Novak, ha sottolineato che il campione “è libero”. “Pochi istanti fa si è allenato, era su un campo da tennis. È venuto in Australia per giocare a tennis – ha aggiunto Djordje Djokovic -. Verità e giustizia sono emerse, vogliamo ringraziare il sistema giudiziario australiano e il giudice Kelly. Lo ha fatto in modo molto neutrale, prestando attenzione ai dettagli. Ha esaminato ogni aspetto di questa storia, ogni fatto. La nostra famiglia è molto contenta che la giustizia e la verità abbiano prevalso”, aggiunge il fratello di Djokovic. “Novak è un uomo onesto ed eccezionale e sono molto felice che lo stato di giustizia esista e che possiamo ancora lottare per la verità e i diritti umani”. Novak Djokovic non è colpevole ma è stato esposto a molestie ha aggiunto la madre del tennista. La madre ha definito la sentenza della giustizia australiana “la più grande vittoria” nella carriera del figlio. “Abbiamo provato a lottare per lui. C’è stato uno spettro di emozioni: tristezza, paura, delusione. Ci sono stati momenti in cui non aveva il suo cellulare e non sapevamo cosa stesse succedendo. Non avevamo idea se stava bene. Come madre, non riesco a riprendermi così facilmente e penso che ogni madre lo capirà”.

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il papà di Djokovic, Srdan: “Non ha permesso che questo lo lasciasse in ginocchio – ha detto – negli ultimi giorni sono successe varie cose ed è stato molto difficile. Ma è mentalmente forte, un giovane fantastico. Non ha mai offeso nessuno, è sempre stato in buoni rapporti con tutti. Ma ovviamente il fatto che provenga da un paese piccolo e impoverito non era qualcosa che piaceva ai grandi potenti, e pensavano di avere poteri dati da Dio. L’ultima partita è stata giocata e ora hanno bisogno di inventare una partita diversa”. “Novak è stato accolto all’aeroporto e non ha ricevuto alcun diritto. Gli hanno tolto tutti i diritti che ha come essere umano [à]. Lo hanno convinto a firmare un documento di revoca del visto e lui si è rifiutato di firmarlo perché non c’era motivo. Non aveva fatto nulla per contribuire a quella situazione. Non gli hanno concesso il diritto di comunicare con i suoi avvocati, con la sua squadra, con i suoi amici. È rimasto solo con lui per diverse ore. Gli hanno persino portato via il telefono”.

Infine, una folla si è riunita davanti agli uffici degli avvocati di Djokovic alla Melbourne`s Rialto tower in Collins Street, alla presenza sia dei manifestanti che dei membri della stampa. Molti sono serbi australiani e sostenitori del tennista, che sventolano bandiere serbe e gridano messaggi di sostegno. Manifestazione pacifica, con tamburi e fisarmoniche, con i canti di “Free Novak” in sottofondo. All’uscita di un’auto nera, dove non è chiaro se ci fosse il tennista, la folla ha circondato la vettura. Un cordone di polizia ha protetto l’auto, usando anche spray al peperoncino. Dopo circa 5′ l’auto ha potuto ripartire con destinazione ignota.

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