Dl liquidità, governo impantanato. Ancora mancano testi

Dl liquidità, governo impantanato. Ancora mancano testi
19 maggio 2020

Lavori a rilento nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera sul dl liquidità. Nel pomeriggio di ieri sono stati approvati pochi emendamenti, dall’articolo 2 all’articolo 13, sui 44 articoli di cui è composto il provvedimento. Diverse le proposte accantonate e bocciate. All’appello mancano molti pareri del governo e si è deciso di sconvocare la seduta prevista per ieri sera. Si riprenderà dunque oggi per una giornata intensa visto che il decreto è atteso nell’Aula di Montecitorio da domani.

E’ stato dato via libera, peraltro quasi all’unanimità, ad una proposta di Italia Viva che sposta dal 30 aprile al 30 agosto la scadenza di cambiali, vaglia e altri titoli di credito, in modo da aiutare chi si trova in difficoltà a causa delle conseguenze economiche dell’emergenza Coronavirus e, contestualmente, sempre fino al 30 agosto, non ci saranno ‘protestati’ presso le Camere di Commercio. Semaforo verde anche ad una proposta M5S che include tra le attività “maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa” anche i “servizi funerari e cimiteriali” e la “ristorazione, gestione mense e catering”. Sempre, a firma M5s, è stato approvato un altro emendamento per il recupero di pneumatici fuori uso. Infine ok a un ritocco dei relatori dove si precisa che “ai componenti del Comitato per il sostegno finanziario pubblico, per i prestiti alle imprese garantiti da Sace, “non spettano compensi, indennità o emolumenti comunque denominati, né rimborsi di spese”.

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Più corposo il pacchetto di emendamenti all’articolo 1 approvati nella giornata di domenica. Queste le novità: le aziende che beneficeranno dei prestiti garantiti dallo Stato attraverso Sace non potranno distribuire dividendi o riacquistare azioni proprie per i 12 mesi successivi dal momento della richiesta; viene estesa la garanzia statale attraverso Sace anche ai prestiti concessi per il pagamento dei canoni di locazione, di affitto di azienda o di ramo di aziend; stop alla garanzia dello Stato sui prestiti richiesti da società direttamente o indirettamente residenti nei paradisi fiscali; sui prestiti rilasciati con garanzia dello Stato attraverso Sace, le imprese potranno avvalersi di un preammortamento che sale da 24 fino a 36 mesi; le garanzie pubbliche erogate dallo Stato attraverso Sace possono essere concesse per finanziare attività localizzate in Italia a condizione che le imprese si impegnino a non delocalizzare le produzioni.

E ancora: il finanziamento da 25mila euro con garanzia dello Stato al 100% potrà essere richiesto anche dalle associazioni professionali e dalle società tra professionisti e, infine, i crediti “non prescritti, certi, liquidi ed esigibili” nei confronti della pubblica amministrazione sono inclusi nel calcolo del patrimonio ai fini della definizione di impresa in difficoltà.

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