Il decreto pensioni è legge, via libera Senato con 145 sì

Con 145 sì, 97 no e un astenuto l’Aula del Senato ha approvato definitivamente il dl pensioni varato dal governo per superare l’impasse aperto dalla sentenza della Consulta che ha bocciato lo stop alle rivalutazioni delle pensioni deciso nel 2011 dal tandem Monti-Fornero. Il provvedimento – approvato da palazzo Madama in seconda lettura senza modifiche rispetto al testo uscito da Montecitorio – prevede il parziale rimborso della mancata perequazione delle pensioni oltre tre volte il minimo (e fino a sei volte il minimo) a partire dal primo agosto. Tra le altre novità del decreto l’aumento dei fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga.

IL SOTTOSEGRETARIO “Con il si’ del Senato il Decreto 65 è stato approvato definitivamente ed entra dunque nella sua fase attuativa. Un provvedimento importante perché, rispondendo alle prescrizioni della Corte Costituzionale, fissa i criteri per la restituzione dell’indicizzazione delle pensioni e per l’attivazione del meccanismo di indicizzazione a partire dal 2016. In particolare voglio ricordare che per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo, la rivalutazione è corrisposta nella misura del 100%”. Lo dice il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova. “Il decreto, tuttavia – annota- non si limita a normare tale questione, ma si occupa in maniera incisiva anche di ammortizzatori sociali, aumentando considerevolmente le risorse ad essi assegnate”, prosegue ricordando come il provvedimento disponga un incremento per il 2015 di 1.020 milioni di euro del Fondo sociale per occupazione e formazione, per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, in aggiunta allo stanziamento già previsto per il 2015 di 700 milioni. A questo si aggiungono le risorse destinate alla cassa integrazione in deroga per il settore della pesca e gli stanziamenti per i contratti di solidarietà di 290 milioni aggiuntivi. “In questo modo il Governo – conclude Bellanova – prosegue nel suo impegno che mi piacerebbe fosse accolto dalle parti sociali e dalle imprese come uno dei segni più tangibili della grande attenzione al mondo del lavoro e alla tutela del lavoro”.

L’UGL “Il via libera del Senato al decreto pensioni è stata l’ennesima dimostrazione di insensibilità nei confronti dei pensionati e verso i lavoratori che pur avendo una lunga anzianità di servizio saranno i più penalizzati”. Ad affermarlo in una nota è il responsabile dell’Ufficio Questioni Previdenziali dell’Ugl, Nazzareno Mollicone, aggiungendo che “sicuramente è indicativo che il Senato non si sia espresso in maniera unitaria sul decreto e questo dovrebbe far riflettere il Governo e stimolare il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti a rimediare a quest’ingiustizia, senza dimenticare la possibilità di ulteriori ricorsi alla magistratura per ripristinare il diritto leso”.

FNP CILS “Ancora una volta il Parlamento, in particolare il Senato, ha rinunciato a svolgere il proprio ruolo, intervenendo per migliorare un decreto del Governo che ha avuto come unico obiettivo quello di offendere e umiliare i diritti dei nostri pensionati”. E? questo il commento di Gigi Bonfanti, Segretario generale Fnp Cisl. “Ciò che era stato fissato attraverso la sentenza della Corte Costituzionale -sottolinea in una nota il sindacalista- è stato fatto oggetto di un provvedimento vergognoso, una decisione che infrange il principio che sta alla base di un diritto acquisito grazie a un patto concluso tra pensionati e lo Stato”. Quello stesso Stato che oggi, conclude il segretario della Cisl Pensionati, “anziché onorare quel patto, decide arbitrariamente di mortificare i pensionati, togliendo loro quanto versato in una vita di lavoro e sacrifici”.

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