Politica

Dopo lo scandalo sulla sanità, la Sicilia blinda le nomine dei direttori generali

Una sterzata contro le logiche spartitorie e a favore della trasparenza. Con i riflettori accesi sull’inchiesta della procura di Palermo che ha coinvolto, in un presunto sistema di appalti pilotati nel settore sanitario, 18 indagati – tra cui spiccano gli ex presidenti della Regione Totò Cuffaro e l’esponente politico di lungo corso Saverio Romano – la Sicilia prova a voltare pagina.

Il governatore Renato Schifani annuncia una riforma nel metodo di selezione dei direttori generali dell’assessorato regionale alla Salute e delle aziende sanitarie: non più scelte in via discrezionale dalla Giunta, ma selezionate da una commissione tecnica indipendente.

La svolta, definita da Schifani “straordinaria”, arriva in un momento di massima tensione, con la sanità siciliana al centro di un ciclone giudiziario. L’inchiesta, che ha portato alla richiesta di misure cautelari per 18 persone – politici e numerosi dirigenti sanitari, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione – ha messo a nudo le criticità di un sistema opaco, esposto a presunte influenze illecite.

Proprio per recidere i legami tra politica e management sanitario, Schifani, in un’intervista alla Tgr Rai Sicilia a margine del vertice di maggioranza a Palazzo dei Normanni, ha illustrato il nuovo corso. “I nuovi direttori generali – ha spiegato – non saranno scelti soltanto dalla Giunta ma saranno prima selezionati da una commissione composta da tre figure: una nominata dal presidente della Regione, la seconda da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr) e la terza dalla Conferenza dei rettori”.

“Una svolta di carattere politico straordinaria – ha affermato il governatore – Ci sarà una selezione rigorosa. Questa commissione proporrà delle terne di nomi e all’interno di queste poi deciderà la politica. Si tratta di un segnale al mondo della sanità e ai cittadini”. Un cambio di passo che suona come una risposta istituzionale alle accuse dell’inchiesta. L’obiettivo dichiarato è sostituire le nomine “politiche” con selezioni basate sul merito e sulle competenze, blindando il processo contro le ingerenze. La scelta di includere Agenas, organismo tecnico nazionale, e la Conferenza dei rettori, rappresentante del mondo universitario, mira a garantire terzietà e professionalità.

La mossa di Schifani, presa durante un vertice a cui hanno partecipato anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, cerca di tracciare una linea di demarcazione netta con un passato ingombrante. Un passato che oggi vede coinvolti in inchieste della magistratura due big della politica isolana, Cuffaro e Romano, a simbolo di un sistema che, secondo le accuse, avrebbe piegato la sanità pubblica a logiche di interesse privato. La sfida ora è trasformare l’annuncio in una prassi consolidata, restituendo ai siciliani non solo la fiducia in servizi sanitari efficienti, ma anche nella capacità della politica di auto-purificarsi dopo gli scandali.

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Redazione