Politica

Doppia fiducia su riforma giustizia. M5s, 13 assenti alla Camera

L’aula della Camera ieri ha approvato anche la seconda fiducia posta dal governo sul ddl di riforma del processo penale. I sì sono stati 458, i no 46, un solo astenuto. In precedenza, Montecitorio aveva approvato la prima delle due questioni di fiducia poste dal governo sulla riforma del processo penale. I sì erano stati 462, 55 i no, un astenuto. La prima fiducia è stata posta sulle prime norme contenute nel testo e immediatamente operative; la seconda fiducia, invece, è stata posta sulla seconda parte, che prevede una delega al governo e tra queste rientrano le nuove misure sulla improcedibilità e sul regime speciale per i processi di mafia, terrorismo, droga e violenza sessuale.

Oggi alle 9 la seduta della Camera è convocata per l’esame dei 95 ordini del giorno presentati al testo. Il voto finale sul provvedimento è atteso in serata, poco prima delle 21. Poi sarà la volta del Senato che esaminerà il provvedimento alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva. La riforma Cartabia fissa dal 2025 due anni di tempo per la celebrazione dell’appello e un anno per la Cassazione con una fase transitoria, in vigore fino al 31 dicembre 2024, entro la quale i termini saranno più lunghi per tutti i processi ordinati, con possibilità di proroga, totale, fino a 6 anni tra appello e Cassazione. Ma per i reati di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e traffico di stupefacenti non ci sarà alcun limite alle proroghe (che dovranno comunque essere motivate dal giudice).

Solo 13 M5s assenti al voto di fiducia in aula Camera

Sono solo 13 i deputati del Movimento 5 stelle assenti al primo voto di fiducia in aula alla Camera sulla riforma del processo penale e 7 quelli in missione. All’indomani del malessere esplicitato dal leader in pectore dei pentastellati Giuseppe Conte per i 40 assenti al voto sulle questioni pregiudiziali, il dissenso M5s sulla riforma Cartabia sembra decisamente rientrato. Dai tabulati della votazione risulta che non hanno partecipato al voto: l’ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, Celeste D’Arrando, Marianna Iorio, Stefania Mammì, Paolo Parentela, Enrica Segneri, Giuseppe Buompane, Antonio Federico, Luca Frusone, Gabriele Lorenzoni, Carmelo Misiti, Dedalo Pignatone, Giovanni Vianello.

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