Delegazioni ucraine, statunitensi ed europee si riuniranno oggi a Ginevra per esaminare il piano in 28 punti di Washington che impone concessioni territoriali e militari a Kiev, avviando un confronto urgente sulla fine del conflitto.
L’iniziativa diplomatica si intensifica nelle prossime ore con l’arrivo in Svizzera del segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, e dell’inviato speciale Steve Witkoff, mentre il segretario all’Esercito Daniel Driscoll si trova già sul posto dopo un incontro a Kiev con il presidente Volodymyr Zelensky.
Secondo un funzionario statunitense, la delegazione americana terrà una cena informale questa sera con gli inviati ucraini guidati da Andriy Yermak, nominato con decreto presidenziale. Washington ha dato a Kiev meno di una settimana per esprimersi sulla proposta, che richiede una riduzione dell’esercito, la rinuncia definitiva all’adesione all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord e la cessione di parte dei territori occupati.
Gli alleati europei, rimasti esclusi dalla stesura del documento, hanno definito la proposta americana una base che necessita di ulteriore lavoro. A Johannesburg, a margine del G20, le principali capitali occidentali hanno evidenziato criticità politiche e strategiche, avvertendo che i confini non possono essere modificati con la forza e che limitazioni eccessive sulle forze armate ucraine lascerebbero il Paese vulnerabile a futuri attacchi.
Londra ha ribadito la necessità di solide garanzie di sicurezza, mentre Parigi e Berlino hanno assicurato la loro presenza ai colloqui di Ginevra attraverso i rispettivi responsabili della sicurezza. Il premier britannico Keir Starmer ha confermato l’arrivo del suo consigliere per la sicurezza nazionale, Jonathan Powell, definendo la riunione di domani decisiva per verificare possibili avanzamenti negoziali.
Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina affronterà consultazioni approfondite con i propri alleati prima di assumere una decisione, segnalando che intende proporre alternative al piano americano. In un discorso alla nazione ha descritto il momento come uno dei più difficili dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, evocando il rischio per Kiev di perdere un partner chiave qualora rigettasse in blocco la proposta statunitense.
Le pressioni coincidono con l’avanzamento russo lungo la linea del fronte e con l’inverno più duro degli ultimi anni dopo la campagna di bombardamenti contro le infrastrutture energetiche. Il presidente russo Vladimir Putin ha sostenuto che il piano potrebbe costituire un fondamento per un accordo finale, pur minacciando ulteriori acquisizioni territoriali se Kiev dovesse ritirarsi dai negoziati.
La Russia non ha ancora confermato la propria partecipazione ai colloqui, sebbene il decreto firmato da Zelensky includa ufficialmente rappresentanti di Mosca nel perimetro negoziale. Fonti italiane hanno comunicato la presenza del consigliere diplomatico della presidente del Consiglio, Fabrizio Saggio, mentre la Francia ha annunciato una riunione in videoconferenza martedì con i 30 Paesi della Coalizione dei volenterosi, subito dopo l’esito dei colloqui in Svizzera.
L’obiettivo dichiarato dai partner europei è coordinare eventuali proposte alternative capaci di consolidare le difese ucraine e arginare il rischio di una nuova espansione russa. I governi favorevoli a un sostegno di lungo periodo intendono verificare la coerenza delle concessioni richieste da Washington con gli impegni assunti negli ultimi due anni.