Draghi: no a “pulsioni antiscientifiche”. “30 miliardi in Pnrr, focus su giovani e donne”
Il premier in visita ai Laboratori nazionali del Gran Sasso per ribadire l’importanza della ricerca. Il capo dell’esecutivo stasera sarà all’Eliseo a Parigi con Macron VIDEO
Mario Draghi approfitta della visita ai Laboratori nazionali del Gran Sasso per ribadire l’importanza della ricerca e condannare le “pulsioni antiscientifiche” che oggi emergono nel Paese. Il presidente del Consiglio è arrivato questa mattina nel centro di ricerca abruzzese, seconda tappa, dopo Genova, del suo viaggio in Italia, visitando la struttura insieme alla ministra per l’Università Maria Cristina Messa, al premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi e al presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Antonio Zoccoli. “Una visita nello straordinario”, ha detto Draghi, assicurando l’impegno del governo per “sostenere” e “agevolare” il lavoro degli scienziati “senza ingerenze”. Per questo, nel Pnrr, sono previsti 30 miliardi di euro per istruzione e ricerca, con una particolare attenzione ai giovani e alle donne, che a lungo sono state “ai margini di questo mondo”, dato che “per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini”.
L’obiettivo, ha detto rivolgendosi ai ricercatori, è “creare le condizioni economiche e culturali perché possiate progettare e crescere” e “promuovere la cultura del merito, con la consapevolezza che i risultati possono non essere immediati”. Nel suo intervento, però, Draghi ha fatto diretto riferimento all’attualità segnata dal Covid. Se c’è un aspetto positivo della pandemia, è che, secondo il premier, “ha riproposto la centralità della scienza per le nostre vite e per la nostra società. È il silenzioso lavoro dello scienziato a fare la differenza tra la morte e la vita, tra la disperazione e la speranza”. Allo stesso tempo, però, ha sottolineato, “oggi ci confrontiamo con pulsioni antiscientifiche che puntano alla delegittimazione dei singoli scienziati o delle loro istituzioni. Dobbiamo difenderli e dobbiamo coltivare la cultura scientifica, promuoverne il ruolo centrale nella società”.
Una responsabilità che vale in particolare (ha detto con un riferimento evidente alla politica ma non solo) per “chiunque abbia posizioni di responsabilità o la capacità di influenzare il dibattito pubblico” e che “deve distinguere tra i fatti e ciò che è soltanto opinione”. “Per troppi anni – ha concluso Draghi – l`Italia non ha saputo accompagnare i suoi scienziati con la convinzione che meritano. Molti di loro sono partiti, non per scelta ma per costrizione. Troppo pochi sono arrivati a portare qui le loro competenze, la loro passione. Colmare questi ritardi richiede coraggio, determinazione, ma soprattutto necessita di continuità. Tocca a noi tutti prenderci cura della scienza, come la scienza si è presa cura di noi”. Al termine della visita Draghi è ripartito per Roma, ma già stasera sarà all’Eliseo a Parigi per una cena di lavoro con il presidente francese Emmanuel Macron.