Politica

Draghi tira dritto su Nato e armi all’Ucraina. Su Craxi M5s evoca crisi, Palazzo Chigi orecchie da mercante

L’appuntamento di domani in Parlamento si preannunciava già delicato per Mario Draghi, ma l’ira del Movimento 5 stelle per l’elezione di Stefania Craxi alla presidenza della Commissione Esteri del Senato porta il livello di tensione nella maggioranza al picco più alto mai registrato fino a oggi. Dopo l’elezione “si è formata una nuova maggioranza, che spazia da Fratelli d’Italia sino a Italia viva”, ha denunciato Giuseppe Conte, attribuendo al premier la “responsabilità di tenere in piedi questa maggioranza”. Da Palazzo Chigi non filtra alcun commento, ma certo la situazione è tenuta sotto stretta osservazione. Intanto domani mattina Draghi sarà prima al Senato (alle 9) e poi alla Camera (11.30) per una informativa sulla situazione in Ucraina. Un passaggio atteso da giorni proprio dal Movimento 5 stelle, contrario all’invio di nuove armi. Il presidente del Consiglio ribadirà però la posizione del governo, su cui non intende fare passi indietro: l’Italia sostiene pienamente Kiev, anche dal punto di vista militare, pur cercando attivamente di arrivare al cessate il fuoco e a negoziati per la pace.

Il premier lo ha ripetuto chiaramente anche stamani, incontrando la prima ministra finlandese Sanna Marin, che ha appena ufficializzato la richiesta di adesione del suo Paese alla Nato. Una decisione sostenuta “con convinzione” dall’Italia, che nel periodo di transizione sarà impegnata a “garantire la sicurezza della Finlandia” senza “condizioni”. Per quanto riguarda l’Ucraina, ha detto Draghi, il governo intende aiutarla “a difendersi lo abbiamo fatto in passato e lo faremo quando necessario”, senza alcun cambio di rotta, dato che su questo, ha fatto e farà notare domani, “gli europei sono tutti insieme: noi siamo parte di una decisione presa dalla nostra Unione europea, siamo membri leali della nostra Unione europea”. E questo sostegno, ribadirà, non è in contrasto con la ricerca della pace, che è costante, anche nel giorno in cui la Russia ha deciso di espellere i diplomatici di vari Paesi europei, tra cui l’Italia. E’ un “atto ostile” quello di Mosca, ma per Draghi “non deve portare all’interruzione dei canali diplomatici perché attraverso quei canali, se ci si riuscirà, si arriverà alla pace”.

Parole che certo non faranno piacere alla Lega (anche se l’incontro di lunedì tra Draghi e Matteo Salvini ha ridotto la tensione con il Carroccio) e soprattutto al Movimento 5 stelle. “Abbiamo un solo interesse: difendere l’interesse dei cittadini italiani e indirizzare a una soluzione politica questo conflitto che se continuasse nei mesi e anni a venire sarebbe un disastro completo”, ha ribadito oggi il leader M5s. Domani ci sarà dunque il passaggio parlamentare (senza però votazioni), ma nei prossimi giorni potrebbe essere necessario un faccia a faccia diretto tra Draghi e il suo predecessore a Palazzo Chigi, al momento però non fissato, per evitare che la situazione degeneri in una crisi.

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