Scienza e Tecnologia

Drone da combattimento Kizilelma abbatte un jet sul Mar Nero: è la prima dimostrazione al mondo di capacità aria-aria per un UAV

Il drone turco Bayraktar Kizilelma ha abbattuto un bersaglio a reazione durante un test nel Mar Nero, realizzando il primo ingaggio aria-aria a lungo raggio mai compiuto da una piattaforma senza pilota e certificandone la capacità operativa. Baykar, principale azienda turca nel settore dei sistemi aerei senza pilota, ha confermato che Kizilelma ha lanciato un missile Gokdogan di produzione nazionale contro un bersaglio reattivo ad alta velocità, rilevato e tracciato tramite il radar Aesa Murad sviluppato da Aselsan.

L’ingaggio ha avuto luogo al largo di Sinop, nel settore settentrionale dello spazio aereo turco, e ha segnato la prima volta in cui un velivolo nazionale ha impiegato un’arma aria-aria guidata da un radar nazionale contro un target aereo. Baykar ha precisato che la sequenza di missione, dalla scoperta all’abbattimento, è stata completata in piena autonomia dal sistema di bordo. L’azienda ha diffuso anche dati di telemetria che indicano un impatto entro i parametri di precisione previsti, validando la capacità operativa del drone in scenari complessi.

Test congiunto con cinque F-16 dimostra l’integrazione operativa

Il test ha coinvolto cinque F-16 della base di Merzifon, impiegati in una missione mista con e senza pilota per valutare la futura dottrina di combattimento aereo collaborativo. Un secondo drone, l’Akinci, ha registrato l’intera operazione da quota superiore, fornendo la prova visiva dell’ingaggio oltre-orizzonte tramite il sistema BVR con un raggio stimato tra 20 e 40 chilometri.

La bassa osservabilità radar di Kizilelma e la sua suite di sensori combinati, tra cui il sistema di puntamento Toygun, hanno permesso di mantenere la consapevolezza situazionale senza compromettere la firma elettromagnetica. Nei test precedenti il drone aveva già colpito obiettivi di superficie con munizioni Teber-82 e Tolun, dimostrando una versatilità d’impiego che Baykar considera centrale per le future operazioni dell’aeronautica turca.

Industria in crescita e implicazioni strategiche per Ankara

Baykar, attiva dal 2003 con autofinanziamento dei propri programmi, ha raggiunto 1,8 miliardi di dollari di esportazioni nel 2023 e ha replicato il risultato nel 2024, con il 90 per cento del fatturato generato da commesse estere. L’azienda esporta il Bayraktar TB2 in 36 Paesi e l’Akinci in 16, risultando per il quarto anno consecutivo il maggiore esportatore turco nei settori della difesa e dell’aerospazio.

Il successo di Kizilelma offre un vantaggio tecnologico in un contesto regionale segnato dalle tensioni tra Iran e Israele e dalla crescente attenzione turca al rafforzamento della propria difesa aerea. L’esercito di Ankara potrebbe diventare uno dei pochi al mondo a disporre di una flotta di velivoli senza pilota con capacità di combattimento aereo attivo, riducendo in modo significativo la dipendenza da fornitori esteri in segmenti critici come radar, missili e sistemi di puntamento.

Nuove dottrine operative e ritorni politici attesi

L’ingaggio riuscito rappresenta un risultato rilevante anche sul piano politico interno. Lo sviluppo del drone, progettato dall’ingegnere capo Selcuk Bayraktar, genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, alimenta una narrativa nazionalista che sostiene l’autosufficienza industriale del Paese. Kizilelma porta un nome simbolico, la “Mela Rossa”, legato a un presagio attribuito al Sultano Fatih prima della conquista di Costantinopoli nel 1453.

Il governo considera la piattaforma uno dei pilastri della prossima generazione di capacità aeronautiche, destinata a modificare gli equilibri tecnologici regionali e a incrementare ulteriormente la quota export di Baykar. L’azienda prevede che il nuovo velivolo, grazie all’integrazione di radar, missili e sensoristica nazionali, possa ampliare la competitività dell’offerta turca nel mercato globale dei droni da combattimento.

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Redazione