Politica

Due batoste per Trump: la corte appello conferma stop a “Muslim ban” e il Senato boccia il piano per l’immigrazione

Nuovo stop dei giudici al bando del presidente Donald Trump sui viaggi negli Stati Uniti da 6 Paesi a maggioranza islamica. Un tribunale del quarto circuito d’appello con sede a Richmond, in Virginia, ha stabilito che il bando viola la Costituzione perche’ discriminatorio sulla base della religione. Bocciando il provvedimento 9 a 4, la corte di Richmond diventa il secondo tribunale d’appello ad esprimersi contro il bando varato da Trump lo scorso settembre, terza versione di quello deciso nel gennaio del 2017, e che vieta gli ingressi da Ciad, Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen. La Corte Suprema ha consento al bando di entrare in vigore, lo scorso dicembre, mentre continuano i ricorsi legali contro il provvedimento. Il verdetto del quarto circuito e’ piu’ pesante rispetto a quello precedente emesso della corte d’appello del nono circuito con base a San Francisco che ha indicato la violazione delle leggi sull’immigrazione senza citare la Costituzione Usa. La Corte suprema ha gia’ fatto sapere che considerera’ entrambe le sentenze nella sua decisione sulla legalita’ del bando che arrivera’ nei prossimi mesi. Ascoltera’ le argomentazioni il prossimo aprile e si eprimera’ entro giugno. L’amministrazione Trump ha definito necessario il bando per proteggere gli Stati Uniti dal terrorismo dei militanti islamici. Un’altra sconfitta per Trump arriva dal Senato che ha bocciato il piano del presidente Usa per la riforma dell’immigrazione. La misura e’ stata affondata con 60 voti contrari e 39 a favore. E’ stata la quarta proposta di fila sull’immigrazione a non superare il vaglio del Senato nella serata americana di giovedi’ e il piano di Trump e’ quello che ha subito la disfatta piu’ pesante. Le altre tre proposte avevano tutte raggiunto almeno 50 voti a favore sebbene ne servissero almeno 60 per l’approvazione. Il Senato e’ controllato dai repubblicani con 51 seggi su 100. Nel limbo restano quasi un milione di ‘dreamers’, giovani immigrati portati negli Usa da piccoli da genitori clandestini, che rischiano di perdere tutele rispetto alle deportazioni.

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