Due espulsioni di massa coronale dal Sole, avvenute il 7 e 9 novembre, raggiungeranno la Terra tra oggi e mercoledì, secondo la NOAA, causando tempeste geomagnetiche di livello G1 e G2.
Il Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense ha confermato che due espulsioni di massa coronale (CME, Coronal Mass Ejection) stanno viaggiando verso la Terra dopo essersi staccate dal Sole nei giorni scorsi. La prima, generata il 7 novembre, provocherà oggi una tempesta geomagnetica minore (livello G1), mentre la seconda, registrata il 9 novembre, è attesa tra l’11 e il 12 novembre e dovrebbe causare una tempesta di intensità moderata (livello G2).
Le CME sono enormi emissioni di plasma e campi magnetici dalla corona solare. Possono trasportare miliardi di tonnellate di materiale e raggiungere velocità comprese tra 250 e 3.000 chilometri al secondo. Quando dirette verso la Terra, le più rapide possono giungere in meno di 18 ore, espandendosi fino a coprire un quarto dello spazio che separa il nostro pianeta dal Sole.
Secondo la NOAA, gli effetti delle due espulsioni potrebbero includere disturbi limitati ma percepibili sulle infrastrutture tecnologiche. Tra le conseguenze più probabili figurano interruzioni brevi nei sistemi satellitari, riduzione della qualità delle comunicazioni radio, anomalie nei segnali GPS e fluttuazioni di tensione sulle reti elettriche. Le autorità non prevedono rischi per la salute umana, ma raccomandano prudenza agli operatori dei servizi essenziali.
Fenomeni di questo tipo sono relativamente frequenti nei periodi di maggiore attività solare, che segue un ciclo di circa 11 anni. L’attuale fase di massimo solare, prevista per il 2025, sta infatti aumentando la frequenza di espulsioni e brillamenti di alta intensità.
Alle 09:19 UTC di oggi la NOAA ha segnalato un ulteriore evento: un brillamento solare di classe X 1.2 proveniente dalla regione attiva 4274. Si tratta della seconda eruzione registrata in meno di due giorni dalla stessa area, dopo quella di classe X 1.7 avvenuta 26 ore prima.
I brillamenti solari, eruzioni improvvise di energia elettromagnetica, possono causare blackout radio temporanei, in particolare nelle bande ad alta frequenza. Gli esperti continuano a monitorare la regione 4274 per valutare eventuali nuove emissioni nei prossimi giorni.
Il centro statunitense ha assicurato che i sistemi di allerta per la meteorologia spaziale restano operativi e che eventuali variazioni di intensità saranno comunicate in tempo reale. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha confermato di seguire la situazione in coordinamento con la NOAA, mentre gli operatori satellitari sono stati invitati a predisporre protocolli di protezione standard.
Gli scienziati sottolineano che, pur non trattandosi di eventi estremi, la concomitanza di più espulsioni e brillamenti può amplificare gli effetti magnetici sul campo terrestre, con possibili ripercussioni localizzate sui sistemi di comunicazione e navigazione.