Politica

Duello Salvini-Di Maio, ‘Salva Roma’, Siri e 25 aprile. E’ lite su tutto

Tamburi di guerra fra Lega e 5 stelle: oggi nel Consiglio dei ministri che dovrebbe varare definitivamente il decreto crescita approvato “salvo intese” tre settimane fa il fulcro della discussione dovrebbe essere la cosiddetta norma salva-Roma. Matteo Salvini però continua il fuoco di artiglieria contro la previsione del passaggio al Tesoro del debito della Capitale, e dai dirimpettai-alleati di Luigi Di Maio si moltiplicano le salve di avvertimento sugli altri capitoli delicati del confronto interno alla maggioranza. “Non c’è crisi alle porte”, dice Salvini, che però ribadisce fin da una intervista a la Verità la linea della Lega: “O si aiutano tutti i comuni in difficoltà, o non si aiuta nessuno”. Poi rilancia una bordata all’indirizzo della sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Non devono pagare i romani l’incapacità della loro amministrazione, però regalare altri soldi non sarebbe la cosa migliore da fare”, dice.

Sul tema del salva-Roma Di Maio annuncia che intende “spiegare” al collega di governo i vantaggi per i cittadini. E una velina fatta circolare dal gruppo stellato di Montecitorio ricorda che “l`unico vero Salva-Roma lo ha fatto il governo di centro-destra nel 2008. Matteo Salvini era in Parlamento mentre la Lega votava a favore. Si è forse pentito, oppure – insinuano i 5S – sta semplicemente montando una polemica ad arte sulla pelle dei cittadini, solo per nascondere il caso Siri? (il sottosegretario leghista indfagato per corruzione, ndr)”. Ma per Salvini “o è cambiato il diritto penale, o la Costituzione, oppure in Italia si è colpevoli in caso di processo e di condanna”. E da Pinzolo parla di “pantano del Ministero delle Infrastrutture” e intima al ministro Danilo Toninelli di recarsi a Trento e Bolzano per rendersi conto di persona che “c’è bisogno di strade”. Il socio leghista della maggioranza gialloverde sbertuccia gli alleati anche in materia di sicurezza: “Se gli amici dei 5Stelle hanno voglia, tempo e idee, ho convocato proprio per domani alle 10 una riunione al Viminale su immigrazione, terrorismo, sbarchi ed espulsioni”.

Ultimo (si fa per dire) capitolo della saga dedicato alla storia patria: “Ognuno passa il 25 aprile come vuole, vestito come vuole, senza polemica. Credo sia giusto – sostiene Salvini – che il ministro dell’Interno vada in Sicilia a combattere la mafia”. Una posizione “grave” per Di Maio, che punge così l’alleato su Facebook (senza nominarlo): “E’ curioso che coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che però hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli antiabortisti. Il ripristino della leva obbligatoria, la contestazione della 194, gli attacchi alle donne, il ritorno al Medioevo – attacca il vicepremier – non fanno parte dei valori del Movimento 5 stelle. Il 25 aprile è una festa nazionale della Repubblica Italiana”. Di norma, agli scontri polemici, anche in chiave elettorale, il Governo presieduto da Giuseppe Conte ha alternato riunioni chiarificatorie fra i firmatari del contratto di governo. Oggi però, le fonti di palazzo Chigi tacciono su possibili vertici. E dalla Lega fanno sapere che Salvini ha l’aereo per Roma alle 17. Sì e no a tempo per il Consiglio dei ministri, in teoria previsto alle 18 di oggi ma non ancora convocato ufficialmente.

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