E’ morto Biagio Conte, “Angelo degli ultimi di Palermo”

E’ morto Biagio Conte, “Angelo degli ultimi di Palermo”
Biagio Conte (foto blogsicilia.it)
12 gennaio 2023

E’ morto, a 59 anni, fratel Biagio Conte, l’angelo degli ultimi di Palermo. Il missionario laico, fondatore nel 1993 della “Missione di Speranza e Carità” che assiste e ospita più di 600 tra senzatetto e migranti in una decina di strutture, aveva annunciato a fine giugno 2022 di essere stato colpito da un tumore al colon. Nel settembre 2018 Papa Francesco, in visita nel capoluogo siciliano, aveva pranzato nella sede storica della sua Missione. Nato da una famiglia benestante, lasciò tutto a 26 anni, da eremita e pellegrino si avvicinò a san Francesco ad Assisi. Le sue condizioni avevano iniziato ad aggravarsi poco prima di Natale: il 30 dicembre fratel Biagio, ormai allettato, aveva ricevuto la visita dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito. Il Vaticano dedica alla sua figura un lungo omaggio. Una notizia con il suo impegno verso i poveri e gli ultimi campeggia nella home page di VaticanNews, il portale di informazione della Santa Sede.

Biagio Conte nasce il 16 settembre 1963 in una famiglia benestante di Palermo e da ragazzo vive negli agi e nella spensieratezza tipica di molti giovani della sua generazione, cresciuti nel benessere della società consumista. Ma quando Biagio ha vent`anni, nel 1983, Palermo è una città infernale: il sangue degli innocenti (e dei colpevoli), nella guerra scatenata dalla mafia di Riina contro lo Stato, scorre nelle strade, in una spirale di violenza che non sembra avere mai fine. Le ingiustizie a cui assiste ogni giorno, il vuoto esistenziale, l`assenza di valori, fanno precipitare Biagio in una crisi di coscienza sempre più acuta. Si chiude in sè stesso. Passa i giorni nella sua stanza, in preda a una forma estrema di malessere di cui non riesce ad afferrare il senso. Il 5 maggio 1990, a 26 anni, decide di distaccarsi “dal mondo materialistico e consumistico”. Dà via tutto ciò che possiede, e con i soli abiti che indossa, si lascia la città alle spalle e si rifugia nella natura. Per più di un anno vaga per i boschi e per le montagne della Sicilia vivendo da eremita, cibandosi di bacche e erbe. Così ritrova la libertà dai bisogni materiali, e impara che si può vivere con niente, che la vera essenza della vita non è possedere ricchezze, non è accumulare e consumare beni, ma vivere in armonia con la natura, che è comunque una dura lotta per la sopravvivenza.

Poi, un giorno, incontra un pastore che gli affida il suo gregge e gli regala un cane. Nelle lunghe giornate passate da solo a pascolare le pecore, nelle notti stellate, quando infuria la tempesta e quando spunta il sole, Biagio impara a guardare verso il cielo e a cercare Dio. Il figlio del pastore gli regala il libro di Hermann Hesse sulla vita di San Francesco. Per lui è come un`illuminazione. Un giorno, smarrito tra le montagne in mezzo alla neve, rischia di morire assiderato. Viene soccorso dal pastore che lo porta nell`eremo di San Bernardo a Corleone, dove vive una comunità di frati che praticano le regole francescane delle origini. Qui conosce fra Paolo, che gli parla di San Francesco e delle motivazioni che l`hanno portato a vivere in povertà, umiltà e preghiera. Decide così di compiere un viaggio, a piedi, fino ad Assisi, e lungo il cammino incontra barboni, zingari, carcerati ed emarginati di ogni genere. Un`umanità dolente che lo avvicina a Francesco e ai suoi insegnamenti, e gli fa scoprire l`amore per gli altri: per chi soffre e ha bisogno di aiuto.

Ritorna nella sua città, tre anni dopo la sua partenza, e si ferma alla Stazione ferroviaria, dove si raccolgono i senzatetto. Vive con loro, li aiuta, li lava, mendica per loro un pezzo di pane e un pasto caldo. Ma i barboni sono sempre di più: a Palermo, in quegli anni, alle vecchie povertà si aggiungono i migranti dall`Africa, e la stazione non basta più ad accoglierli tutti. Così Biagio occupa un vecchio edificio abbandonato e lo trasforma nella sede della sua comunità dei poveri senza tetto e dimora. Nasce così, nel 1993, la “Missione di Speranza e Carità”. La Missione fondata da Biagio Conte oggi è composta da tre strutture: la comunità “Missione di Speranza e Carità”; l`”Accoglienza Femminile” e “La Cittadella del Povero e della Speranza”. Tutte unite dalla “Casa di Preghiera per tutti i Popoli”, la cappella all`interno della Missione, nella quale si trova una grande barca di cartone, a simboleggiare il viaggio di quanti lasciano la loro terra alla ricerca di un futuro migliore.

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Complessivamente assiste circa 600 persone in dieci centri in Sicilia: l`accoglienza viene offerta fino a quando chi è stato ospitato non trova una propria sistemazione abitativa. Ognuna delle tre comunità palermitane è dotata di una cucina e di una sala mensa dove vengono distribuiti tre pasti al giorno. Molti dei generi alimentari utilizzati vengono donati da associazioni, singoli cittadini, scuole, supermercati, ditte alimentari, mentre alimenti freschi, come frutta e verdura necessari per un pasto completo, devono essere comprati. La Missione offre poi assistenza medica e legale, oltre alla mediazione culturale, e si accompagna i disabili che desiderano partecipare alla Messa o a fare passeggiate, organizza corsi di alfabetizzazione. Grazie all`opera di volontariato di artigiani e liberi professionisti, agli ospiti della Missione viene offerta la possibilità di imparare un mestiere per affrontare il ritorno nella società e l’integrazione. L`assistenza della Missione di fratel Biagio è rivolta anche a tante famiglie indigenti che abitano nei quartieri più poveri di Palermo. Oggi sono più di 300 le famiglie che ricevono aiuti, in particolare beni di prima necessità, o, dove ci sono neonati, latte pediatrico e omogeneizzati. E non manca la missione notturna: dal 1 novembre al 31 maggio, ogni sera, un camper, con 7 volontari, gira per la città per incontrare le persone emarginate e offrire loro una bevanda calda e assistenza. Fissati per martedì 17 gennaio, alle 10:30, nella cattedrale di Palermo, i funerali di Biagio Conte, il missionario laico morto questa mattina all’età di 59 anni. Le esequie saranno celebrate dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.  Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha proclamato per oggi il lutto cittadino in memoria di Biagio Conte.

La camera ardente

Camera ardente per Biagio Conte aperta dalle 16 di questo pomeriggio, a Palermo, nella chiesa della Missione Speranza e Carità fondata dal missionario morto questa poco prima delle 7 di oggi a causa di una grave malattia. La camera ardente resterà aperta da domani a domenica, dalle 9 alle 19, e lunedì dalle 9 alle 18. A seguire la salma di ‘fratel Biagio’ sarà trasferita in Cattedrale, a piedi, con un corteo accompagnato da una fiaccolata. Alle 21 si terrà una veglia di preghiera fino a mezzanotte, quando le porte della Cattedrale verranno chiuse per essere riaperte l’indomani, martedì 17 gennaio, giorno dei funerali che saranno celebrati dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice. Dalle prime ore di questa mattina, intanto, la sede della Missione, in via Decollati, è meta di pellegrinaggio di tanti palermitani. Volontari della Missione, ma anche i tanti che negli anni hanno trovato ospitalità e aiuto nella struttura nata per volere del missionario, si sono messi in fila davanti alla stanza, all’interno dell’astanteria, dove ‘fratel Biagio’ ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita. 

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Il cordoglio

“Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di Fratel Biagio, punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica”. E’ quanto afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio” conclude il Capo dello Stato.

“Durante la sua vita Fratel Biagio Conte ha testimoniato con grande forza i valori della pace, della solidarietà e dell`umanità: da sempre vicino agli ultimi, ai poveri e ai diseredati, non dimenticheremo mai la sua visita alla sede del Parlamento europeo di Strasburgo, un viaggio iniziato a Palermo e percorso a piedi in 65 giorni per incontrare i vertici europei e difendere i diritti dei migranti che cercano di attraversare il Mar Mediterraneo. I suoi insegnamenti fatti di gesti concreti saranno una bussola della nostra azione politica e faremo di tutto per tramandarli alle future generazioni”. Così in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.

“La prematura scomparsa del missionario laico Biagio Conte suscita un sentimento di commozione in tutta la Comunità siciliana, che lo ha avuto come luminosa testimonianza di servizio a favore degli ultimi e dei non garantiti. Ricordo con orgoglio il sostegno dato dal mio governo regionale alla sua istituzione palermitana, per i lavori di efficientemento energetico della Cittadella destinata ad ospitare gli “invisibili” senza un tetto. Esprimo il sincero cordoglio mio e del governo nazionale”. Così afferma in una nota il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci.

 “La scomparsa di Biagio Conte è una gravissima perdita non solo per Palermo e i siciliani ma per chiunque abbia a cuore principi come solidarietà e amore per il prossimo”. Lo dice il vicepresidente della Camera e parlamentare siciliano di Forza Italia, Giorgio Mulè. Il deputato `azzurro` evidenzia che: “in Biagio Conte si è incarnata la parabola del buon samaritano, dell`uomo buono pronto a mettere da parte se stesso per donarsi agli altri”. “Il suo insegnamento, – prosegue Mulè – la sua dolcezza, è ciò che rimane oggi agli uomini di buona volontà che sono chiamati ad onorarne la memoria, raccoglierne l`eredità e creare le condizioni affinché i suoi sforzi non vadano persi ma siano valorizzati”.

 “Esprimo le mie più sentite condoglianze ai familiari di fratel Biagio Conte, agli assistiti e ai volontari della sua Missione. Oggi il missionario ci ha lasciati dopo giorni di sofferenza, ma il suo ricordo resterà indelebile. Con il suo impegno quotidiano e instancabile in favore degli ultimi, ci ha ricordato come, per ogni cristiano, la carità sia una condizione essenziale della propria esistenza umana e attuazione concreta della propria fede. Consapevole che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile, posso solo affermare che il suo esempio sarà più vivo che mai nell’ispirare le mie personali azioni di solidarietà verso il prossimo e quelle del mio governo”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, appresa la notizia della morte di Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e Carità a Palermo.

“La scomparsa di Biagio Conte lascia un vuoto incolmabile a Palermo. Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere”. Lo dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “Resterà per me indimenticabile l’ultimo incontro di pochi giorni fa con Biagio Conte, durante il quale mi ha raccomandato di non dimenticare mai i poveri – aggiunge -. Di fatto, un’eredità lasciata alla città da custodire con senso di responsabilità. È con questo spirito di che l’Amministrazione e la nostra comunità devono a stare vicini alla Missione Speranza e carità che continuerà a essere un punto di riferimento per Palermo anche se da oggi dovrà fare a meno del suo fondatore, della sua guida che resterà comunque fonte di ispirazione per tutti noi”.

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 “Piangiamo e preghiamo per l’amico fraterno Biagio Conte, ha incarnato la parte più buona, più umana e misericordiosa di una società distratta e di un tempo inseguito dalla disumanità. Fratello Biagio non è più fisicamente tra noi, ma non ci ha lasciati. Non abbraccerà più i suoi poveri, ma è sempre con loro”. Così il commissario della Dc in Sicilia, Totò Cuffaro. “Noi, fratelli di Biagio, dobbiamo essere fratelli dei suoi fratelli poveri – prosegue -. La ‘Missione Speranza e Carità’ è la casa di Biagio e, se vogliamo che lui viva ancora, deve essere la nostra casa e i suoi poveri, i nostri fratelli. Ci lascia in eredità il suo amore per le persone, la sua speranza per la pace, la sua carità per gli ultimi. Ci lascia in dono la sua Fede. Accettiamo il suo testamento spirituale, ereditiamo Fratello Biagio e i suoi insegnamenti, facciamolo continuare ad abbracciarci e a spargere sorrisi. Facciamo vivere quello che ci ha lasciato, facciamo vivere il suo sogno. Biagio resta un segno importante che il Divino ha voluto darci. Coltiviamolo”. 

 “La scomparsa di Biagio Conte lascia un vuoto incolmabile non solo a Palermo ma in tutta la Regione. Il missionario laico, da tempo era diventato punto di riferimento per tutte quelle persone costrette a vivere in condizioni di povertà ed emarginazione. Modello di semplicità e impegno in favore degli ultimi difficile da riscontrare nella vita quotidiana, ha donato sé stesso agli altri: fulgido esempio di una Sicilia solidale e desiderosa di pace. Ci lascia una grande eredità spirituale ed un compito ben preciso: salvare la Missione di Speranza e Carità che egli stesso, dal nulla, aveva costruito. Personalmente e a nome del Parlamento Siciliano, sentite condoglianze giungano ai familiari di fratel Biagio Conte, agli assistiti e ai volontari della sua Missione”. A dirlo è il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, sulla scomparsa del missionario laico Biagio Conte.

“Oggi il Signore chiama la nostra Chiesa e ciascuno di noi a raccogliere il testimone di un esempio così fulgido”. Lo dice l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ricordando la figura di Biagio Conte, missionario laico morto questa mattina all’età di 59 anni. “La sua vita, segno per l’intera città degli uomini, manifesta la fede in Dio alimentata dal Vangelo – aggiunge -, la speranza vissuta nella radicale povertà e la carità senza limiti che contribuisce alla trasfigurazione della convivenza umana a partire dai più poveri”. L’arcivescovo di Palermo poi aggiunge: “L’opera di fratel Biagio, incoraggiata e confermata dalla visita di Papa Francesco, manifesta il volto della Chiesa povera e dei poveri”. Lorefice “si stringe affettuosamente ai genitori e ai familiari di fratel Biagio – dice una nota dell’arcidiocesi – ed esorta a offrire preghiere di suffragio e a porre gesti concreti di carità, di riconciliazione e di pace”.

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