È morto Gianfranco D’Angelo: dal Bagaglino a Drive In, una carriera all’insegna della risata

È morto Gianfranco D’Angelo: dal Bagaglino a Drive In, una carriera all’insegna della risata
Gianfranco D'Angelo
15 agosto 2021

È morto Gianfranco D’Angelo. L’attore s’è spento la scorsa notte al Policlinico Gemelli di Roma dopo una breve malattia Avrebbe compiuto 85 anni il 19 agosto. Attore, comico, cabarettista, doppiatore, imitatore e cantante, era nato a Roma nel 1936. Solo pochi giorni fa Gianfranco D’Angelo aveva mandato un messaggio a Ezio Greggio dal letto di ospedale del Gemelli di Roma. Un messaggio: “Carico di speranza, da leone e lottatore quale sei sempre stato”. Purtroppo però, racconta Greggio su Instagram, le condizioni dell’amico e collega si erano aggravate troppo per sperare davvero in un recupero: “Non ho fatto altro che pensare a te – scrive lo showman – a un pezzo di vita trascorso insieme. ‘La Sberla’, ‘Drive in’, la prima edizione di Striscia la notizia. E poi centinaia di spettacoli di cabaret insieme. E la nostra amicizia”. Il rapporto tra i due era di quelli senza tempo, come spiega lo stesso Greggio: “Magari non ci si vedeva per tanto tempo ma appena ci incontravamo era come fosse passato solo un giorno: risate, memorie, il nostro modo burlone di stare insieme. Ti ricordi quanti scherzi abbiamo fatto?… Piango Gianfranco, piango l’amico, il collega che mi ha insegnato tante cose, il compagno di avventure”.

D’Angelo debutta a teatro nel 1963. Per lui arrivano presto ruoli in commedie importanti come “Alleluja brava gente”, di Garinei e Giovannini. Accanto al teatro tradizionale però mette in luce ben presto doti da cabarettista di razza: dal “Puff” di Roma al “Derby” di Milano, D’angelo inizia a esibirsi in tutta Italia, fino a quando non trova la sua casa nel Bagaglino di Pier Francesco Pingitore che all’epoca annovera talenti come Pippo Franco, Enrico Montesano e Gabriella Ferri. E’ proprio con quel gruppo che nei primi anni 70 debutta in televisione. Da “Milleluci” a “Dove sta Zazà” e “Mazzabubù”, il suo diventa subito un volto molto popolare. Parallelamente al cinema divenne subito uno dei principali protagonisti, accanto a Renzo Montagnani, di molti titoli cult della commedia sexy di quegli anni, da “La liceale” a “La dottoressa del distretto militare” e “La soldatessa alle grandi manovre”. Su Rai 1, tra il finire degli anni 70 e l’inizio degli 80, è ancora protagonista di programmi comici, questa volta sganciato dal gruppo del Bagaglino: “La sberla”, dove inaugura un sodalizio con Ezio Greggio che durerà a lungo, “Tilt” e “Signori si parte” lo confermano come grande monologhista e anche conduttore.

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E’ così che la tv commerciale decide di puntare su di lui e nel 1983 approda in Fininvest alla corte di Antonio Ricci per “Drive In”. Il successo è clamoroso è D’Angelo diventerà un protagonista assoluto regalando a un programma di cult personaggi come Has Fidanken, il giornalista Gervasetto, senza contare le imitiazioni di Raffaella Carrà, Pippo Baudo e Marina Lante della Rovere, con battute passate alla storia (“Un omaccione, con due baffetti da sparviero…”). Con Ricci il sodalizio prosegue anche una volta terminato “Drive In”. Nel 1988, con Ezio Greggio e Lorella Cuccarini, conduce “Odiens”, e poi, sempre con Ezio Greggio, presenta la prima edizione di “Striscia la notizia”. Nel 1992 interpreta con Alida Chelli la sitcom “Casa dolce casa”. Nella seconda metà degli anni 90 fa ritorno in Rai, partecipando ad alcune edizioni di “Carramba che sorpresa”. Negli ultimi anni la sua carriera si è svolta sopratutto a teatro, con commedie brillanti che hanno sempre incontrato il favore del pubblico. Nel 2019 era apparso nel film “W gli sposi” diretto da Valerio Zanoli. Lascia due figlie, Daniela e Simona, entrambe attrici.

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