Ecco il piano di rilancio. Martina: 537 milioni in palio

“La tutela delle nostre risorse marine passa anche attraverso una politica strategica per la pesca e l’acquacoltura. Parliamo di un settore che impiega circa 30 mila persone e che da’ vita ad un sistema come quello della trasformazione del pesce che fattura 2,2 miliardi di euro”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, che, insieme al sottosegretario Giuseppe Castiglione, ha presentato il piano di azioni per il rilancio della pesca e dell’acquacoltura, in occasione della visita agli operatori della filiera ittica in Sicilia. “In Italia con 12 mila imbarcazioni e’ presente circa il 14% della flotta europea. Per la salvaguardia e il rilancio della pesca abbiamo approntato un primo piano di 5 azioni principali che si sviluppa da quest’anno – ha proseguito Martina -. L’obiettivo chiaro e’ quello di sostenere l’occupazione e il reddito dei nostri pescatori e di rilanciare un settore strategico del nostro Paese. Con i 537 milioni di euro della nuova programmazione e con la riprogrammazione delle risorse residue vogliamo incidere per contrastare la crisi e dare futuro all’intera filiera ittica”.

“Il primo punto – ha spiegato il ministro – e’ ottimizzare l’utilizzo delle risorse comunitarie e utilizzarle per il rilancio di medio lungo periodo del comparto, evitando gli sprechi. Sui fondi della programmazione 2007-2013, purtroppo, abbiamo rilevato il ritardo di alcune Regioni nella spesa delle risorse comunitarie. Vogliamo intervenire subito istituendo una task force ministeriale per supportare la gestione amministrativa, evitando il disimpegno automatico e la conseguente penalizzazione dei lavoratori e concentrando le risorse su misure condivise volte ad attenuare gli effetti della crisi e a supportare i comparti strategici. Con lo stesso intento abbiamo pensato ad una rimodulazione del cofinanziamento, cosi’ da liberare 45 milioni di euro di risorse nazionali da destinare a interventi per ammortizzatori sociali (con circa 15 milioni di euro) e ad altre misure immediatamente attivabili. Per stimolare un’operazione di semplificazione abbiamo reperito e sbloccato gia’ nei giorni scorsi 400mila euro relativi alle Convezioni per lo sviluppo della filiera della pesca, dove lavoreremo in collaborazione con le Associazioni nazionali di categoria”.

“Nel corso del Semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Ue – ha sottolineato Martina – la pescaavra’ un ruolo centrale. Intendiamo monitorare attivamente la fase di avvio della nuova Politica Comune della pesca (PCP) e l’entrata in vigore del Fondo europeo per gli affari marittimi e della pesca (FEAMP). A questo proposito, sosterremo un’attuazione tempestiva ed efficace dei nuovi quadri normativi e siamo al lavoro per garantire lo sviluppo sostenibile del settore, tenendo conto degli aspetti ambientali, economici e sociali. Siamo convinti che l’Italia debba giocare quel ruolo importante nel Mediterraneo che deriva dalla sua posizione geoeconomica, sfruttando le straordinarie opportunita’ che si presentano in particolare su questi temi. Anche per questo, in concomitanza con il Semestre, abbiamo voluto organizzare due grandi appuntamenti di portata internazionale. Il primo si svolgera’ il 30 ottobre a Catania e sara’ dedicato alla “Blue Economy”, collegando le potenzialita’ dell’economia del Mare con il grande tema di Expo della sicurezza alimentare. Il secondo sara’ la Conferenza sull’acquacoltura mediterranea con FAO e CGPM, che si terra’ a Bari l’11 dicembre, che sara’ utile per valorizzare un settore che ha ampi margini di crescita sui mercati mondiali”.

“Voglio inoltre sottolineare – ha concluso il ministro Martina – il ruolo delle Capitanerie di Porto nell’attuazione di questo piano di azioni e piu’ in generale nel rispetto della legalita’ nella filiera ittica. Il lavoro quotidiano e l’alta professionalita’ della Guardia Costiera, infatti, ci consente di tutelare i consumatori, proteggere i tanti pescatori onesti che rispettano le regole e salvaguardare le risorse marine. Determinante, ad esempio, e’ stato anche il contributo delle Capitanerie di Porto nell’uscita dalla procedura d’infrazione per l’uso delle spadare, grazie a migliaia di controlli svolti in mare”.

 

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