Economisti, allarme Pil. 2014, rischio crescita zottozero

La stima preliminare del Pil del secondo trimestre fornita oggi dall’Istat lascia poco spazio all’ottimismo. La contrazione è stata pari a -0,2% rispetto al trimestre, ben al di sotto del consensus di mercato posto intorno a +0,1%. “Avevamo rivisto recentemente la stima a zero, ma la realtà è stata ben peggiore. Difficile confidare in una crescita media positiva per Pil di quest’anno”, dice Luca Mezzomo, economista di Intesa San Paolo.
Il Pil ha registrato la seconda flessione consecutiva dopo quella del primo trimestre (-0,1%), tecnicamente l’economia e è in recessione. Il Belpaese colleziona anche il primato del “triple dip”, il terzo tuffo nella crisi economica in appena 5 anni. Infatti dopo la recessione del 2008-09, c’era stata la breve ripresa del 2010, seguita da una recessione ininterrotta fino al terzo trimestre del 2013, poi nel trimestre successivo una ripresina in miniatura (+0,1%), ora di nuovo recessione. Preoccupa anche il livello della decrescita acquisita. Per il 2014, se i prossimi due trimestri dovessero registrare variazioni nulle, il Pil chiuderebbe comunque a -0,3%.

I sondaggi congiunturali anticipatori condotti tra le imprese, nonché il venir meno di alcuni fattori stagionali registrati nei primi sei mesi del 2014, quali un inverno caldo e l’effetto dei ponti festivi, sono però coerenti, fortunatamente, “con il ritorno ad una crescita positiva nel secondo semestre. Ognimodo, dato le crescenti tensioni geopolitiche, il passo della ripresa sarà, al massimo, moderato”, spiega Chiara Corsa, economista di Unicredit. La previsione del governo di una crescita del Pil 2014 pari a +0,8% verrà sicuramente rivista al ribasso, Bankitalia ad esempio ha già sforbiciato da +0,7% a +0,2%.
Per arrivare a +0,2% bisognerà comunque galoppare. Segni positivi del Pil non assicurano automaticamente la crescita economica per l’intero 2014. Se nei prossimi 2 trimestri il Pil crescesse dello 0,3%, il bilancio del 2014 chiuderebbe a -0,1%. “Per avere una crescita annua positiva dello 0,2%, servono numeri molto buoni:+0,7% nel prossimo trimestre e +0,4% in quello successivo. Al momento si tratta di ipotesi piuttosto improbabili, considerando anche il rallentamento ciclico dell’Eurozon”, spiega Alessio Fontani, economista di Carifirenze.

“Il Pil del 2014 sarà probabilmente nullo (se non negativo) e il rapporto deficit/pil potrebbe superare il 3%.
Però se i tassi di interesse sul debito pubblico dovessero rimanere sugli attuali bassi livelli, probabile che la manovra per riportare il deficit sotto il 3% sia di piccola entità: tra 1,2 e 3,2 miliard”, aggiunge Fabio Fois, economista di Barclays.  “Siamo già al 3% nel rapporto deficit/pil e le manovre correttive dei conti pubblici rischiano di essere controproducenti. Quest’anno il Pil è destinato a rimanere stagnante. La debolezza della stagnazione/recessione è determinata dalla debolezza della domanda interna. E per combattere la stagnazione, servono maggiori stimoli alla domanda che coinvolgano l’Europa, conclude De Nardis.

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