Elezioni presidenziali, Mali al voto per ballottaggio. Favorito l’uscente Keita

11 agosto 2018

Mali di nuovo alle urne domenica prossima per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Il presidente uscente Ibrahim Boubacar Keita è dato per favorito contro lo sfidante Soumaila Cisse che non è riuscito a conquistare il sostegno dei candidati sconfitti al primo turno.

Il nuovo capo dello Stato assumerà l’incarico all’inizio di settembre e avrà il difficile compito di rilanciare l’accordo di pace firmato nel 2015 dal governo con gli ex ribelli a maggioranza tuareg, la cui applicazione tarda a decollare. E nel frattempo la violenza jihadista si è diffusa dal Nord al Centro e al Sud del Paese, fino a investire i vicini Burkina Faso e Niger, andando spesso a innestarsi su conflitti tra comunità. Dopo il primo turno, l’opposizione ha accusato il governo di sfruttare l’insicurezza del Nord e del Centro per manipolare i risultati del 29 luglio.

“Per vari motivi” quasi 250.000 elettori non hanno potuto votare in queste due regioni, ha ammesso il governo, ma le accuse di brogli sono state respinte dalla Corte costituzionale, che ha riconosciuto a Keita il 41,70% delle preferenze contro il 17,78% di Cisse. La missione di osservatori dell’Unione europea ha chiesto più “trasparenza” e garanzie sull’accesso ai seggi per tutti gli elettori. Una richiesta che ha spinto il ministero degli Affari esteri del Mali a chiedere all’Ue di non “ostacolare il processo elettorale”.

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Keita, 73 anni, conosciuto anche come “IBK”, corre per un secondo mandato e sarà nuovamente sfidato da Cisse, 68 anni, ex ministro delle Finanze. Keita non gode di grande favore popolare, accusato dai suoi detrattori di aver fatto poco per combattere la corruzione, creare occupazione e arginare la violenza. Ma anche Cisse non è visto come una valida alternativa, a fronte di decenni di impegno nella vita politica del Paese e delle sconfitte subite in due precedenti tornate elettorali: nel 2013 perse al ballottaggio con Keita, conquistando solo il 22% delle preferenze contro il 78% andato al presidente.

Per l’analista politico Souleymane Drabo, “la domanda è se ci sarà un plebiscito per IBK, come nel 2013”. In Mali, secondo la Banca mondiale, il reddito pro capite è sceso dal 2014 e circa il 47% dei 18 milioni di abitanti vivono sotto la soglia della povertà, anche se il Paese, nel biennio 2017-2018, è tornato ad essere il principale produttore di cotone africano e da anni sta registrando un tasso di crescita superiore al 5%. askanews

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