Scienza e Tecnologia

Enormi scogli artificiali subacquei alle Calanques di Marsiglia

Nel panorama mozzafiato del Parco Nazionale delle Calanques, le imponenti scogliere a strapiombo a Sud di Marsiglia, c’è un inusuale cantiere marino, grandi navi-gru immergono sott’acqua delle mostruose strutture di cemento. Ma non è un nuovo ecocrimine: l’obiettivo – attraverso questi enormi scogli artificiali – è ricostituire la fauna acquatica in una zona dove per anni sono state sversate senza nessuna forma di depurazione le acque nere della seconda città della Francia. Alexandre Musnier , capo del progetto per la start up SeaBoost: “Creiamo un habitat con quel che chiamiamo i canneti, sono moduli che vengono calati insieme alle boe, che galleggiano tre metri al di sopra degli scogli artificiali, e queste gabbie in inox piene di conchiglie d’ostrica, che permettono di creare un rifugio e un habitat per i piccoli pesci”.

Obiettivo dell’operazione, ribattezzata Rexcor, è costruire quattro “villaggi” ittici sottomarini di cemento: 300 tonnellate di scogliere artificiali, calibrati apposta per favorire e studiare il ritorno della vita in acque torbide. Durante molti anni nel passato, questo sbocco era soprannominato “l’ano” di Marsiglia. Oggi c’è una stazione di depurazione, ma le acque restano inquinate da policlorobifenili, metalli pesanti, microplastiche e altri residui di farmaci antinfiammatori, che il depuratore non riesce a filtrare. Per questo non tutti sono convinti della bontà dell’iniziativa. Per Henry Augier, ex biologo marino e presidente dell’associazione Union Calanques Littoral, reintrodurre pesci in questo luogo è un’eresia: “Immergere scogliere artificiali o alveolari va bene. Il problema è che va fatto quando i luoghi sono stati bonificati. E nel caso della Calanques, la zona non è bonificata, è inquinata. È uno spreco di denaro: spendere un milione di euro per questo progetto, si sarebbe dovuto cominciare ad alimentare un bilancio per rendere efficace la stazione di depurazione di Marsiglia”. La speranza dei promotori del progetto è che, nel tempo, tutte le specie torneranno alle Calanques. Immersioni per analizzare la situazione sono previste già nei prossimi tre anni, ma per tornare a vedere i pesci potrebbe volerci più tempo.

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