Quasi un’ora di colloquio in Vaticano con Papa Francesco e oltre un’ora con il premier Paolo Gentiloni per il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, nella blindatissima visita di Stato in Italia. Una visita senza dichiarazioni alla stampa e segnata dagli scontri al sit-in di protesta dei curdi, dove sono stati fermati due manifestanti dei centri sociali. Nel corso della 24 ore romana, Erdogan e’ anche stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per un incontro a cui e’ seguita una colazione. Si e’ trattato di un incontro “franco e rispettoso”, durante il quale sono state ribadite le rispettive posizioni. Sui rapporti fra Turchia e Ue, la linea italiana sostanzialmente coincide con quella prudente espressa da Bruxelles, mentre Erdogan ha ribadito la richiesta per un ingresso di Ankara “a pieno titolo”. Sul fronte bilaterale, invece, prosegue il dialogo, che si intende mantenere aperto specie in quegli ambiti in cui ci sono accordi gia’ operativi che vedono gli interessi dei due Paesi coincidere. Sul fronte degli scambi commerciali, nel 2017 il volume e’ stato di quasi 20 miliardi di dollari, ma secondo Erdogan il potenziale e’ doppio e gia’ nel 2020 si puo’ arrivare a 30 miliardi.
In Vaticano, Erdogan, accompagnato da moglie, figlia e cinque ministri, e’ rimasto per oltre 50 minuti da solo con il Papa: primo capo di Stato turco a recarsi in Vaticano da 59 anni, ha ricevuto in dono da Francesco un medaglione con un angelo della pace che “strangola il demone della guerra, simbolo di un mondo basato sulla pace e sulla giustizia”, e il messaggio per la pace di quest’anno. Il presidente turco ha ricambiato con una panoramica di Istanbul in ceramica e quattro libri riguardanti sul massimo poeta mistico persiano. Nel colloquio si e’ parlato dello status di Gerusalemme, della questione dei migranti, delle persecuzioni dei cristiani e della “necessita’ di promuovere la pace e la stabilita’” nella regione mediorientale “attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalita’ internazionale”. Probabile si sia fatto cenno anche all’offensiva di Ankara contro la provincia curda di Afrin, in Siria. Al termine, Erdogan ha visto il segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, e con il seguito ha visitato la Basilica di San Pietro. A Palazzo Chigi Erdogan e’ stato accolto da Gentiloni, e all’incontro con il presidente del Consiglio hanno partecipato anche i ministri della Difesa, Roberta Pinotti, degli Esteri, Angelino Alfano, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
In seguito, la cena in hotel con un gruppo di imprenditore italiani dei gruppi che piu’ investono in Turchia. Malgrado le imponenti misure di sicurezza con 3.500 uomini in campo, nell’unica manifestazione di protesta autorizzata si sono registrati scontri. Il sit-in promosso da Rete Kurdistan Italia nei giardini di Castel Sant’Angelo e’ degenerato quando un gruppo di attivisti dei centri sociali ha tentato di forzare il cordone di agenti antisommossa per muovere in corteo verso il Vaticano. La Polizia ha respinto i manifestanti e ci sono stati anche due fermi. Tra gli striscioni esposti “Boia Erdogan! Giu’ le mani dal Kurdistan” e “Stato turco assassino”, in riferimento all’offensiva militare contro i miliziani curdi nella provincia siriana di Afrin. Un altro presidio si e’ tenuto a Venezia davanti alla Basilica di San Marco con qualche decina di attivisti dei Centri sociali del Nord-est e dell’associazione Ya Basta. Mentre Erdogan lasciava il Vaticano, l’Olanda ha annunciato il ritiro del suo ambasciatore in Turchia dopo che i recenti “colloqui non hanno offerto una prospettiva di normalizzazione delle relazioni bilaterali”. All’ambasciatore olandese ad Ankara viene negato l’accesso in Turchia dal marzo scorso.