Politica

Errani lascia Pd, pure l’ex governatore abbandona Renzi. E cita Gramsci: basta costruttori di soffitte…

“Gramsci diceva se non parti dalla basi, sei un costruttore di soffitte che vengono giù senza le basi…”. Cita Gramsci Vasco Errani nell’ultimo giorno ufficiale da esponente del Pd perché oggi, davanti alla platea della sala Strocchi di Ravenna, ha annunciato di lasciare il partito. Un partito che secondo lui non è più plurale e dire che “il Pd era nato sul fatto che ci si poteva contaminare”. E così anche l’ex presidente dell’Emilia Romagna abbandona Matteo Renzi, quel Renzi che da premier gli aveva affidato l’incarito di commissario per la ricostruzione post terremoto e che a tutt’oggi svolge. “Avevo detto che non mi sarei occupato di politica del partito fino a quando avro’ incarichi istituzionali – ha sottolineato -. Verro’ meno a questa promessa solo per questo intervento di oggi”. E cosi’ e’ stato, l’ex governatore ha preso il microfono per raccontare la distanza con il Pd di Renzi, senza poi rilasciare altre dichiarazioni. Errani ha ricordato che ha lavorato “con pervicace convinzione alla nascita del Partito democratico”. Alla posizione comoda di “stare nascosto” preferisce, oggi, di uscire allo scoperto per raccontare quale doveva e dovrebbe essere la forza di centrosinistra.

“E’ troppo miope e mediocre – ha sottolineato – cercare i responsabili di quanto accade. Non ho chiesto congresso, non sono per il proporzionale puro. Io penso che sia necessario altro”. E l’altro di Errani e’ una “casa comune, nella quale poi ci si puo’ contaminare con le idee”, che sappia interpretare il nostro tempo e offrire letture e risposte diverse a quelle che il Pd e il suo leader propagano. Il commissario del governo parla di concetti come la redistribuzione della produttivita’, di nuovi corpi intermedi perche’, rimarca, “non mi convince che l’idea della democrazia sia fatta dal popolo e dal leader”. La responsabilita’ della politica e’ di trovare “nuove forme partecipative”. L’ex presidente della conferenza Stato-regioni precisa piu’ volte che ha sempre riconosciuto la leadership di Renzi e di non essersi mai sentito “in un partito dove vi fossero intrusi”.  Il problema, secondo Errani, e’ che il Partito democratico ha interrotto il dialogo con il Paese e anche all’interno creando il corto circuito con elettori e parte della dirigenza. “Non voglio fare un nuovo partito e non lo faro’ – precisa Errani – ma voglio portare avanti questa idea. Non e’ stata una scelta facile. Ma voglio fare un movimento che promuova un campo di idee. Vado dentro un’altra avventura, ma sono sicuro che non si tratta di un addio. Voglio dare il mio contributo per ritrovarci in un altro progetto. So bene che le rotture portano rancori e veleni – conclude Errani – ma io mi impegno che ci saro’ lontano, lontanissimo. E’ arrivato il momento di trovare un nuovo progetto per l’Italia e sono convinto che, insieme, faremo un altro bel pezzo di strada”.

 

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