Esperti: primo attacco a chiesa, Isis vuole la guerra civile. La lunga scia di sangue lasciata dagli jihadisti in Occidente

Esperti: primo attacco a chiesa, Isis vuole la guerra civile. La lunga scia di sangue lasciata dagli jihadisti in Occidente
26 luglio 2016

polizia francseCon il primo attacco compiuto contro un luogo di culto cristiano in Francia lo Stato Islamico (Isis) punta ad una guerra civile. E’ quanto pensano due analisti europei commentando l’attentato di oggi alla chiesa di Saint-Etienne-Du-Rouvray di Rouen e subito rivendicato dall’Isis. Insomma, per i due esperti di conflitti internazionali il vero scopo di questi attacchi è di alimentare un conflitto tra “musulmani e francesi” che potrebbe scattare da “una reazione xenofoba” della destra da una parte e da “una radicalizzazione” della minoranza musulmana la più grande in Europa. “L’uccisione di un prete tocca un simbolo molto sensibile nella società francese, ed è ovvio che l’Isis in modo diretto o indiretto ha questa strategia eversiva di aizzare le comunità per creare uno spiraglio di guerra civile”. Così ad askanews, Jean-Pierre Darnis, direttore del Programma Sicurezza e Difesa dello Istituto Affari Internazionali (IAI). Evitare questo rischio non è semplice, ma l’analista è convinto che sia dannoso militarizzare lo Stato: “Non ci sono ricette miracolose. Da un punto di vista di polizia si sta già facendo moltissimo. Io non penso che si possa mettere una guardia armata davanti a tutte le chiese per tutta la giornata. Purtroppo bisogna resiste, uno stato militarizzato farebbe il gioco dei terroristi”. Tuttavia per Darnis, “questa ennesima barbarie, è paragonabile agli anni ’70” e come si fece allora contro i movimenti estremisti, in particolare in Italia, potrebbe essere risolta solo quando si arriverà a isolare i lupi solitari, anche con norme che permettano “denunce giudiziarie contro i fiancheggiatori nell’ambiente dove trovano rifugio i terroristi”. A temere una guerra civile in Francia ed evocare gli anni di piombo è anche un’altro esperto di conflitti internazionali come Raffele Marchetti, docente di Relazioni Internazionali nell’università Luiss.

Interpellato da askanews, Marchetti riferendosi in generale agli autori degli ultimi attacchi in Europa afferma che si tratta di ragazzi marginalizzati, “che sembrano trovare un progetto di emancipazione sociale e politico attraverso l’affiliazione, qualche volta formalizzata, al soggetto dell’Isis”. “E’ chiaramente un segno di rivalsa”, dice il docente universitario prima di aggiungere che “sembra proprio che ci sia un nesso tra il fatto di sentirsi emarginati e trovare un senso alla propria esistenza nella società guardando a questo progetto dell’Isis”. Perchè quello dell’Isis “è un progetto che ha originato una rivincita sociale”. A rendere questo progetto tanto pericoloso “è l’esistenza di una componente religiosa mal interpretata che radicalizza questo fenomeno, paragonato ad esempio al terrorismo che l’Europa ha avuto negli anni ’70. Anche quello era un fenomeno di radicalizzazione sociale, (à) ma è stato fatto da persone che cercavano un riscatto politico e sociale, qui c’è la componente religiosa che rende il tutto più complicato”. Sulla ricetta per evitare un conflitto sociale in Francia, Marchetti, è convinto che bisogna ricorrere alla politica: “Se loro riescono a dividere la società in francesi contro musulmani, se riescono a fomentare una reazione xenofoba da una parte e un sentimento di marginalizzazione dall’altra” questo “fa il loro gioco e farà aumentare i terroristi”, afferma. Per il docente della Luiss, affrontare il messaggio degli uomini del Califfato politicamente significa: “Affrontare il progetto politico che l’Isis porta avanti: non liquidarli come quattro terroristi, ma ingaggiare un discussione seria sui grandi media per screditarli” sia da un punto di vista religioso che politico. “Per esempio dire che ci sono altri pregetti politici per migliorare la sorte dei musulmani d’Europa così come le politiche in Medio Oriente”.

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A seguire i principali attentati contro obiettivi occidentali rivendicati o attribuiti ai jihadisti dello Stato islamico (Isis) che oggi ha rivendicato l’attacco sferrato da due suoi “soldati” in una chiesa cattolica in Francia.

– 26 luglio 2016: Francia Un prete viene sgozzato durante una presa di ostaggi in una chiesa cattolica di Saint-Etienne-du-Rouvray, nel nordovest della Francia. Il religioso è stato ucciso da “due terroristi che si richiamano a Daesh” (acronimo arabo dell’Isis), dichiara il presidente François Hollande. L’Isis annuncia che i due assalitori erano suoi “soldati”.

– 24 luglio 2016: Germania Un rifugiato siriano, a cui era stata negata la domanda di asilo, si fa esplodere nel centro di Ansbach, in Baviera, in prossimità di un festival di musica. L’attentato provoca 15 feriti e la morte del kamikaze. Il ministro dell’Interno bavarese annuncia che il siriano aveva “giurato fedeltà” all’Isis che rivendica l’attentato affermando che il kamikaze era un suo “soldato”.

– 18 luglio 2016: Germania Un giovane richiedente asilo che afferma di essere afgano (la polizia ritiene che potrebbe essere pachistano) ferisce cinque persone, di cui due gravemente, in un treno regionale attaccandole con un’ascia e un coltello. La polizia lo uccide.
L’Isis rivendica l’attacco.

– 14 luglio 2016: Francia Un tunisino di 31 anni, Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, alla guida di un camion si lancia sulla folla al termine dei fuochi d’artificio del 14 luglio a Nizza, falciando 84 persone, fra cui diversi bambini, e ferendone più di 330. L’attacco viene rivendicato dall’Isis.

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– 28 giugno 2016: Turchia Quarantasette persone restano uccise in un triplice attentato suicida all’aeroporto internazionale Ataturk di Istanbul. Secondo il primo ministro Binali Yildirim “gli indizi puntano verso Daesh”.

– 13 giugno 2016: Francia Omicidio di un poliziotto e della sua compagna, anche lei agente di polizia, nei pressi di Parigi. Il duplice e sanguinoso attacco viene rivendicato da un uomo che ha giurato fedeltà all’Isis.

– 12 giugno 2016: Stati Uniti Un americano di origine afgana uccide 49 persone in un club gay di Orlando (Florida). L’uomo aveva giurato fedeltà allo Stato islamico in una telefonata al numero delle emergenze dopo aver dato il via all’attacco. L’Isis rivendica il massacro, compiuto da “un soldato del califfato”.

– 22 marzo 2016: Belgio Una serie di attacchi suicidi, rivendicati dall’Isis, provocano 32 morti e più di 340 feriti all’aeroporto di Bruxelles e nella stazione della metropolitana di Maelbeek, nel centro del quartiere europeo della capitale belga.

– 19 marzo 2016: Turchia Un attentato suicida lungo l’avenue Istiklal di Istanbul provoca la morte di quattro turisti, tre israeliani e un iraniano.
L’attacco viene attribuito all’Isis.

– 12 gennaio 2016: Turchia Un attacco kamikaze in pieno centro storico di Istanbul causa dodici morti, quasi tutti turisti tedeschi. L’attentato viene attribuito allo Stato islamico.

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– 2 dicembre 2015: Stati Uniti Una coppia di musulmani apre il fuoco in un centro per handicappati a San Bernardino, in California, uccidendo 14 persone. L’Isis elogia l’attacco ma non lo rivendica.

– 13 novembre 2015: Francia Una serie di attacchi a Parigi provoca 130 morti e più di 350 feriti. Gli attentati, rivendicati dall’Isis, vengono perpetrati nalla sala concerti del Bataclan, in varie strade della capitale e vicino allo Stade de France.

– 31 ottobre 2015: Egitto I 224 occupanti di un Airbus A321 russo, turisti e membri dell’equuipaggio, muoiono nello schianto dell’apparecchio sulla penisola del Sinai. L’Isis rivendica la responsabilità dell’incidente.

– 26 giugno 2015: Tunisia Un attacco contro un hotel di Sousse provoca 38 morti di cui 30 britannici. Il 18 marzo, un attentato contro il museo del Bardo a Tunisi aveva causato 22 morti fra cui 21 turisti stranieri.
Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis.

– 8 gennaio 2015: Francia Amedy Coulibaly, che si richiama all’Isis, uccide una poliziotta a Montrouge, a sud di Parigi. L’indomani, prende in ostaggio clienti e dipendenti di un supermercato casher di Parigi e uccide quatttro persone. Il 7 gennaio, i fratelli Kouachi, che si rifanno a al Qaida nella penisola araba (Aqpa), avevano ucciso 12 persone, qausi tutti giornalisti, nella sede del giornale satirico parigino Charlie Hebdo.

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