Economia

Esselunga, Caprotti nel testamento: mai una Coop, sì ad Ahold

Esselunga non dovrà mai finire alle Coop. La battaglia di una vita, Bernardo Caprotti l’ha scritta nero su bianco anche nel suo testamento, in cui, oltre a spartire soldi, case e quadri, ha tracciato il futuro della sua azienda, ora nelle mani dei suoi eredi, in primis la moglie Giuliana e la figlia Marina.”L’azienda – si legge nel documento di 13 pagine steso il 9 ottobre 2014 – è diventata attrattiva. Però è a rischio. E’ troppo pesante condurla, pesantissimo ‘possederla’, questo Paese cattolico non tollera il successo”. “Occorre trovarle, quando i pessimi tempi italiani fossero migliorati, una collocazione internazionale”, prosegue Caprotti, promuovendo eventuali partner olandesi, bocciando invece gli spagnoli. “Ahold sarebbe ideale – scrive il patron di Esselunga – Mercadona no”. “Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi, può diventare Coop. Questo – sono le ultime parole del testamento di Caprotti – non deve succedere”.

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