Politica

Mosca richiama anche 2 diplomatici italiani. E’ giallo su aereo russo perquisito a Londra

Dopo gli Stati Uniti, e’ il turno degli europei: Mosca ha convocato 23 ambasciatori occidentali, tra cui due italiani, dando il via alle ritorsioni dopo la raffica di espulsioni di diplomatici russi decisa da 29 Paesi per il ‘caso Skripal’, l’ex spia russa avvelenata il 4 marzo vicino a Londra. Due diplomatici italiani dovranno lasciare la Federazione russa e hanno una settimana di tempo per fare le valigie. A quanto si e’ appreso si tratta di un tecnico informatico e un primo segretario, arrivato a Mosca da poco. E intanto il braccio di ferro tra Mosca e Londra si arricchisce di un mistero: Mosca ha denunciato, definendola una “provocazione”, una perquisizione a bordo di un aereo russo atterrato all’aeroporto londinese di Heathrow, ma Scotland Yard nega. Per l’Italia si e’ recato al ministero degli Esteri russo l’incaricato d’affari, Michele Tommasi, il numero due della legazione, perche’ l’ambasciatore, Pasquale Terracciano, non era a Mosca. Oltre alla formalizzazione della decisione di espellere i due italiani, il diplomatico – come gli altri ambasciatori convocati – si e’ visto consegnare una nota di protesta per le “azioni ostili” intraprese per solidarieta’ con la Gran Bretagna e ha annunciato “misure di risposta da parte russa”.

Sono gia’ stati espulsi anche 4 diplomatici tedeschi, 4 francesi, 12 ucraini, 4 canadesi, 4 polacchi, 3 lituani, 3 moldavi, 3 cechi, 2 danesi, 2 spagnoli, 2 olandesi, un croato, un estone, un finlandese, un irlandese, un lettone, un norvegese, un romeno e uno svedese. Si aggiungono alle espulsioni gia’ annunciate di 60 diplomatici Usa e 23 britannici. All’ambasciatore britannico, dopo la reciproca espulsione di 23 diplomatici tra Londra e Mosca, e’ stato chiesto di ridurre il numero di diplomatici presenti in Russia per allinearlo a quello dei rappresentanti di Mosca nel Regno Unito. Parallelamente, e’ cominciato lo sgombero del consolato americano a San Pietroburgo, di cui ieri Mosca ha ordinato la chiusura entro due giorni, insieme all’espulsione di 60 diplomatici Usa. Almeno quattro Suv con targa diplomatica hanno lasciato il cortile dell’edificio in via Furshtatskaya e poco dopo diversi dipendenti hanno cominciato a portare via pacchi, scatole e mobili. Un rappresentante del ministro degli Esteri russo ha detto a Interfax che i diplomatici americani dovranno sgomberare anche la residenza del console, in vicolo Grodnensky. Il consolato generale degli Stati Uniti a San Pietroburgo era in funzione dal 1972.

I Paesi dovo sono stati espulsi i diplomatici

Sono stati 25 i paesi europei, di cui 18 dell’Ue, oltre ad Albania, Macedonia, Norvegia, Montenegro, Ucraina, Moldavia e Georgia, ad annunciare l’espulsione di diplomatici russi. Germania, Francia e Polonia ne hanno espulsi quattro a testa; Italia, Olanda, Danimarca e Spagna, due ciascuno, mentre Finlandia, Svezia, Ungheria, Croazia, Irlanda, Belgio e Romania si sono fermati a uno. La Repubblica ceca invece ha deciso l’espulsione di tre diplomatici. Alle espulsioni si sono unite anche Lituana, Lettonia ed Estonia. L’Ucraina ha espulso 13 diplomatici russi. Oltre agli Stati europei, anche la Nato, il Canada, l’Australia e gli Stati Uniti hanno aderito all’iniziativa. Washington ha espulso 60 funzionari russi. In tutto, oltre alla Gran Bretagna – la prima a iniziare con le espulsioni – sono 29 i governi che hanno agito in questo senso contro Mosca. La Germania ha commentato esortando al dialogo con Mosca, nonostante le espulsioni. L’intelligence americana sta cercando di reclutare i diplomatici russi espulsi dagli Stati Uniti alla luce del caso Skripal: e’ l’accusa lanciata da Mosca, che ha denunciato sforzi frenetici degli 007 americani per ‘conquistare’ adepti tra i 60 diplomatici russi che dovranno presto tornare in patria. Un approccio, ha riferito l’Associated Press, cinico e disgustoso che non ha funzionato, ha aggiunto Mosca.

Intanto, continua a migliorare la salute di Yulia Skripal, figlia dell’ex spia del Kgb, Sergei Skripal, avvelenata insieme al padre con il gas nervino lo scorso 4 marzo a Salisbury, in Gran Bretagna. La giovane mangia e beve, dopo che negli ultimi giorni si e’ registrato un rapido miglioramento delle sue condizioni; secondo alcuni, e’ cosciente e parla. E magari tra un po’ potra’ aiutare a chiarire il mistero. Intanto, come detto, si tinge di giallo la perquisizione di un aereo russo all’aeroporto londinese di Heathrow: Mosca ha denunciato l’episodio, definendolo una “provocazione”, ma Scotland Yard nega. Secondo il ministero degli Esteri russo, la polizia britannica ha perquisito l’aereo della compagnia Aeroflot proveniente dallo scalo di Mosca Sheremetyevo. La Maria Zakharova ha riferito che la polizia non ha spiegato i motivi della perquisizione e ha negato al pilota il suo diritto di osservare la perquisizione a bordo. “Le autorita’ britanniche hanno chiesto all’equipaggio di lasciare l’aereo” e il pilota si e’ rifiutato, ha aggiunto Zakharova. Ma in un tweet, Scotland Yard ha precisato: “Siamo al corrente di una storia circolata sui social media, ma siate informati che la Metropolitan Police non sta conducendo alcuna perquisizione su un Airbus proveniente da Mosca e atterrato a Heathrow”. La tensione tra Russia e Gran Bretagna è sempre più alta.

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