A trainare la ripresa dell’export italiano ci pensano soprattutto gli Stati Uniti e la domanda di beni strumentali. A settembre, le vendite oltreoceano sono schizzate del 34,4% su base annua, un dato che, depurato dell’effetto dei grandi mezzi di navigazione, si attesta comunque su un robusto +12%.
Lo rende noto l’Istat, fotografando un’inversione di tendenza dopo il calo di agosto. Non solo USA: performano anche i mercati dell’area OPEC (+23,8%), del Giappone (+15,6%) e della Svizzera (+10,0%), mentre crolla del 33,9% l’export verso la Turchia. Sul fronte opposto, le importazioni dagli Stati Uniti registrano un incremento a tre cifre, pari al 76,8%.
Il dinamismo commerciale italiano non si esaurisce con la rotta atlantica. Anche i flussi in entrata dalla Cina e dall’India mostrano una vigorosa crescita, con aumenti rispettivamente del 32,3% e del 28,6%, ben al di sopra della media degli acquisti dai paesi extra Ue.
Segnali in controtendenza arrivano, invece, dal Regno Unito e dalla Svizzera, con le importazioni italiane che segnano un -3,1% e un -1,0%. Il quadro complessivo di settembre delinea una netta ripresa delle esportazioni nazionali verso i mercati extra Ue, cresciute del 9,9% su base annua, un balzo notevole se paragonato al -7% registrato nel mese di agosto.
L’aumento congiunturale dell’export di settembre è guidato principalmente dalle vendite di beni strumentali, che segnano un +14,7%, trainati anche dal settore navale.
A contribuire positivamente sono anche le esportazioni di beni di consumo non durevoli (+6,3%) e, in misura minore, quelli durevoli (+0,6%). Fanno da contraltare le flessioni nelle vendite di energia (-16,9%) e di beni intermedi (-0,5%). Sul versante dell’import, la crescita mensile è quasi interamente spiegata dagli acquisti di beni di consumo non durevoli, che esplodono con un +22,2%, e di beni intermedi (+8,3%).
Allargando l’orizzonte temporale, il terzo trimestre del 2025 si chiude con un segno positivo per il commercio estero. Rispetto al trimestre precedente, l’export registra una crescita dell’1,8%, sostenuta principalmente dalle vendite di energia (+27,3%), di beni strumentali (+6,9%) e di beni intermedi (+4,1%). Anche l’import segna un aumento, seppur più contenuto, dello 0,9%, che interessa tutti i raggruppamenti merceologici con l’eccezione dell’energia, in calo del 5,9%.
La crescita tendenziale di settembre è sostenuta dall’aumento delle vendite di energia (+16,8%), beni strumentali (+13%), beni di consumo non durevoli (+12,8%) e beni intermedi (+10,2%). Unica nota stonata in questo panorama di generale espansione è il calo delle esportazioni di beni di consumo durevoli, che crollano del 17,1% su base annua. L’import, nel suo complesso, registra un incremento tendenziale del 16,9%, spinto in massima parte proprio dai beni di consumo non durevoli, che segnano un impressionante +58,4%.