Politica

Ezio Greggio rifiuta cittadinanza per rispetto Segre

Si e’ chiusa con la rinuncia di Ezio Greggio alla cittadinanza onoraria offertagli dal comune di Biella la polemica politica per l’onorificenza negata a Liliana Segre. Il Pd del Piemonte e la sottosegretaria pentastellata all’Istruzione, Lucia Azzolina, avevano criticato la scelta della giunta di centrodestra guidata dal sindaco leghista Claudio Corradino di conferire la cittadinanza al conduttore di Striscia la notizia dopo che una settimana fa aveva respinto la petizione di una lista civica per assegnarla alla senatrice a vita superstite della Shoh, minacciata di morte. “Senza nulla togliere al noto conduttore tv”, aveva affermato Azzolina, “il senso delle istituzioni avrebbe imposto altre scelte”. “Biella citta’ medaglia d’oro della Resistenza che non merita questo degrado”, aveva affermato il segretario regionale dem, Paolo Furia. In serata e’ arrivata la rinuncia di Ezio Greggio per la cittadinanza che avrebbe dovuto ricevere sabato.

“Il mio rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto cio’ che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria, mi spingono a fare un passo indietro e a non poter accettare questa onorificenza che il Comune di Biella aveva pensato per me”, ha fatto sapere il 65enne attore, comico e regista. “Non e’ una scelta contro nessuno”, ha precisato Greggio, “ma una scelta a favore di qualcuno, anche per coerenza e rispetto a quelli che sono i miei valori, la storia della mia famiglia e a mio padre che ha trascorso diversi anni nei campi di concentramento”. La cittadinanza offerta da Biella all’uomo di spettacolo nato a Cossato, nel Biellese, voleva essere un riconoscimento all’associazione “Ezio Greggio per i bambini prematuri” e per “aver contribuito a diffondere in Italia e nel mondo il nome di Biella”. In precedenza era stata respinta dalla giunta perche’ considerata “strumentale” la proposta di onorificenza a Segre presentata dalle liste civiche “Buongiorno Biella” e “Le persone al centro” come riconoscimento a una “testimone della tragedia dell’Olocausto e interprete dei valori di giustizia e di pace tra gli esseri umani”.

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