Fatta luce su omicidio del 2009 nel Trapanese, in manette due 44enni

Fatta luce su omicidio del 2009 nel Trapanese, in manette due 44enni
30 novembre 2015

Carabinieri e Polizia di Stato hanno fatto luce sull’omicidio di Salvatore Lombardo, ucciso il 21 maggio 2009 con alcuni colpi di fucile calibro 12, mentre si trovava presso il bar Smart Caffe’ di Partanna, nel Trapanese. In manette, in stato di fermo, sono finiti Nicolo’ Nicolosi, 44 anni, di Calatafimi, e Attilio Fogazza, 44 anni, di Salemi. Entrambi devono rispondere di omicidio, aggravato dal metodo mafioso. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto, Maria Teresa Principato, e dai pm Carlo Marzella e Francesco Grassi, della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. L’arresto e’ stato eseguito dagli agenti delle Squadre Mobili di Palermo e Trapani e dai militari del Roni del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani, impegnati nell’ambito della ricerca del boss latitante Matteo Messina Denaro.

Gli investigatori hanno scoperto che la vittima sarebbe stata punita per uno sgarro alla famiglia mafiosa. Lombardo, infatti, era sospettato di essere l’autore del furto di un camion di merce ai danni del supermercato Despar di Partanna, gestito di fatto da Giovanni Domenico Scimonelli. La sua uccisione avrebbe rappresentato, in sostanza, la criminale punizione per l’ipotizzato “irrispettoso” atto.  Le videocamere di due esercizi commerciali della zona, una gioielleria ed un fioraio, hanno mostrato come la vittima fu seguita dai suoi sicari rimasti tuttavia sconosciuti. Dalle immagini delle videocamere, si evince una dinamica “militare” dell’agguato mafioso. La vittima, infatti, fu trattenuta all’interno del bar con la scusa di una partita a carte; allontanatasi per apporre la firma alla caserma dei Carabinieri fu seguita dai suoi killer. Mentre l’uomo raggiungeva il bar, un camion bloccava la strada di accesso al luogo dell’omicidio per impedire l’arrivo di eventuali soccorsi e consentire agli assassini di agire indisturbati. Scimonelli, lo scorso 3 agosto, e’ stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita nell’ambito dell’ operazione “Ermes”, per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Partanna e posto in essere condotte dirette sia a curare la latitanza del capo della provincia mafiosa di Trapani, il boss Matteo Messina Denaro, sia a consentire al latitante e al reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, Vito Gondola, l’esercizio delle rispettive funzioni apicali.

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