Un concerto trasformato in palcoscenico di un’accesa controversia: Fedez si è trovato nel centro di un ciclone mediatico a causa delle rime del suo ultimo brano “Tutto il Contrario”, che hanno acceso un dibattito sui temi sensibili dell’identità nazionale e del razzismo nello sport italiano. Le parole rivolte a Jannik Sinner, definito “puro sangue italiano con l’accento di Adolf Hitler”, hanno provocato una reazione bipartisan, culminata in un esposto in Procura a Bolzano presentato dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Martucci.
Alla vigilia di un’escalation di critiche, Fedez ha scelto di intervenire direttamente dal palco dell’Unipol Forum di Assago, aprendo un dialogo con il pubblico e spiegando il contesto e le intenzioni che stanno dietro alle sue parole, oltre a offrire un mea culpa netto.
“Ho riscritto alcune strofe, portando sul palco un testo che per me ha un significato profondo,” ha dichiarato Fedez introducendo il brano “Tutto il Contrario”. “Prima del concerto ho pubblicato un testo spiegando la canzone e ne è nato un putiferio.” Non una fuga, dunque, ma una scelta di trasparenza: “Parlarne a viso aperto era la cosa più giusta, anche se imbarazzante. Se la rima non è stata capita è colpa mia, me ne assumo tutte le responsabilità.”
L’artista ha spiegato che la tecnica utilizzata nel pezzo è quella dell’esasperazione e del paradosso, citando come esempio una frase paradossale contenuta nella canzone: “Sono convinto con Dell’Utri che la mafia non esiste”, dichiarazione ovviamente ironica e lontana dal suo pensiero.
Al centro della polemica il tentativo di Fedez di evidenziare un problema storico della società italiana e dello sport: l’esclusione di atleti dai colori diversi, pur nati e cresciuti in Italia, da una piena accettazione come “italiani”. “Volevo applicare questo paradosso al caso di Jannik Sinner, atleta simbolo del nostro paese. Ma non ci sono riuscito, e per questo davanti a voi chiedo scusa,” ha ammesso il rapper.
Una presa di posizione che tenta di chiudere una vicenda destinata a spaccare ancora per giorni la società, mettendo in luce il confine sottile tra ironia, provocazione e sensibilità pubblica.