Ferrari, da pioggia di Silverstone rinasce il “fiore” Vettel

Ferrari, da pioggia di Silverstone rinasce il “fiore” Vettel
6 luglio 2015

ferrariLa pioggia che a metà gara ha bagnato la pista di Silverstone è stata “acqua benedetta” per la Ferrari che grazie al terzo posto di Sebastian Vettel continua a rimanere agganciata in classifica alle Mercedes. Il merito va, però, anche al gioco di squadra che permette di superare errori e di piazzare il Cavallino in zona punti nonostante la macchina non sia ancora perfetta. L’analisi, all’indomani del Gran Premio di Gran Bretagna, è della casa di Maranello che affida alla pagina internet dedicata ai fan la sintesi della gara: “Dalla pioggia rinasce un fiore”. Di che cosa è fatta una squadra? si chiedono da Maranello. “Di cervelli, di muscoli, di tanti cuori e altra varia anatomia. Se tutti gli organi lavorano assieme, si riesce anche a rimediare quando uno di loro accusa il colpo. Così non è un caso che la Scuderia torni sul podio, dopo due gare di assenza forzata, proprio nel fine settimana in cui – mai negare l’evidenza – manca una componente essenziale: manca la macchina”.

Decisive le condizioni meteo che hanno accompagnato la gara 9 del campionato di Formula Uno. “Il week end di Silverstone inizia in veste subtropicale e finisce col classico acquazzone inglese ma è acqua benedetta. E’ acqua benedetta quanto lo champagne del terzo posto di Seb. Che lo spruzza con carognesca precisione sui ragazzi di sotto. Così come precisa al millisecondo era stata la scelta di rientrare ai box nel momento più opportuno. Non troppo presto – come invece succede, purtroppo, a Kimi – per non friggere le Intermedie sull’asfalto ancora asciutto, non troppo tardi – come succede alle Williams – per non perdere il ritmo”. La Ferrari, sul sito, prova a spiegare i problemi avuti dalle due monoposto sulla griglia di partenza. “Undercut e crossover: non parliamo di boxe o di calcio, ma di due termini ‘strategici’. L’undercut viene deciso a tavolino, una volta constatato che il ritmo in qualifica è deludente quanto la terza fila sullo schieramento. Si tratta di anticipare la prima sosta, spiazzare gli avversari montando subito la Prime, la gomma di cemento, pardon di mescola, più dura. Il crossover è quel calcolo che ti permette di stimare quale sia, appunto, il momento in cui un battistrada da asciutto perde troppo tempo rispetto a uno da bagnato, o viceversa. Undercut e crossover permettono di rimediare a quasi tutto, anche a una partenza terrificante, quando invece ne sarebbe servita una bruciante”.

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Infine i ringraziamenti a Vettel per il suo terzo posto: “Quello che ferma lo scooter per darti un passaggio, quello che arrossisce quando (venerdì) si trova davanti i ragazzi in assetto da festa di compleanno, quello che due giorni dopo sfodera grinta e lucidità per conquistare un risultato che fino a venti minuti prima sembrava impossibile. Classe 1987, di ventotto ce n’è uno. Di podi conquistati quest’anno, sei in nove gare. Di arrivi in zona punti, nove su nove. Solo il duo Mercedes ha fatto altrettanto, finora. ‘Testa bassa, Seb, non è ancora finita’, si raccomanda Rick Adami”, l’ingegnere di pista di Vettel, “negli ultimi giri di gara. E dalla pioggia rinasce un fiore”. Arrivederci il 26 luglio per il Gp di Ungheria a Budapest.

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