Cronaca

“Ferro da stiro a 6mila euro”: smantellata maxi truffa agli anziani

Una maxi truffa da 3,5 milioni di euro ai danni di anziani è stata smantellata dalla Procura di Padova. Quarantuno persone sono finite nel registro degli indagati con accuse che spaziano dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata, dall’estorsione all’autoriciclaggio. Un’organizzazione criminale che, attraverso falsi quiz telefonici e contratti capestro, vendeva oggetti comuni a prezzi folli: un ferro da stiro a 6mila euro, uno stendibiancheria a 1.500 euro. Prodotti spacciati per premi esclusivi ma pagati a caro prezzo da vittime fragili e sole, scelte con cura e poi ricattate senza pietà.

L’inchiesta, condotta dai carabinieri di Monselice e dalla Guardia di Finanza di Este, ha portato alla luce un sistema criminale rodato e spietato. Il meccanismo partiva da call center operativi tra le province di Padova e Venezia, che contattavano potenziali vittime con la scusa di un innocuo quiz telefonico. Ma dietro le domande apparentemente casuali si celava un preciso obiettivo: individuare persone vulnerabili, senza parenti avvocati, commercialisti o appartenenti alle forze dell’ordine. Una profilazione accurata per selezionare chi, una volta caduto nella trappola, avrebbe avuto meno strumenti per difendersi.

Il quiz si concludeva quasi sempre con una finta vincita: un viaggio premio che faceva brillare gli occhi alle vittime. L’entusiasmo, però, durava poco. Quando gli agenti dell’organizzazione si presentavano a domicilio per mostrare il catalogo della vacanza, scattava il secondo atto della truffa. Invece di una semplice consultazione del premio, agli anziani veniva fatto firmare un documento che, in realtà, li impegnava all’acquisto di articoli per la casa per cifre comprese tra i 10 e i 15mila euro. Prodotti venduti a prezzi anche dieci volte superiori a quelli di mercato: elettrodomestici comuni trasformati in beni di lusso inesistenti.

Minacce e intimidazioni per costringere al pagamento

Ma la firma non bastava. Una volta sottoscritto l’impegno, partiva la fase più violenta della truffa: minacce e intimidazioni serrate per costringere i malcapitati a pagare le cifre esorbitanti. Le vittime, spaventate e confuse, si trovavano intrappolate in un incubo. L’organizzazione non si fermava nemmeno dopo il primo colpo: alcune persone sono state truffate due volte. Dopo aver pagato migliaia di euro per un primo ordine, ricevevano nuove chiamate in cui venivano informate di ulteriori contratti pendenti. La minaccia era sempre la stessa: se non avessero onorato gli impegni, l’organizzazione si sarebbe rivolta ai propri legali per azioni giudiziarie.

Un ricatto psicologico che faceva leva sulla paura e sull’isolamento delle vittime, scelte proprio per la loro fragilità. Gli inquirenti hanno ricostruito un quadro agghiacciante: decine di anziani svuotati dei risparmi di una vita, costretti a cedere sotto il peso di pressioni continue e minacce neanche troppo velate. Un sistema criminale che non lasciava vie d’uscita a chi, per età o condizione, non aveva la forza di reagire.

La Guardia di Finanza ha eseguito sequestri per oltre 950mila euro nei confronti dei vertici dell’organizzazione. Il bottino recuperato include automobili di grossa cilindrata, immobili di pregio e orologi di marche prestigiose. Un patrimonio accumulato sulla pelle degli anziani truffati, frutto di anni di attività criminale sistematica. I beni sequestrati rappresentano solo una parte del denaro estorto, ma costituiscono una prima forma di giustizia per le vittime che hanno visto svanire i propri risparmi.

Le indagini proseguono per ricostruire l’intera rete dell’organizzazione e individuare eventuali ulteriori complici. Gli inquirenti non escludono che il numero delle vittime possa essere superiore a quello emerso finora: molti anziani, per vergogna o timore, potrebbero non aver denunciato. La Procura di Padova invita chiunque sia stato contattato con modalità simili a farsi avanti e a rivolgersi alle autorità.

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Redazione