Festa di Roma, vince “Santa Subito” di Alessandro Piva

Festa di Roma, vince “Santa Subito” di Alessandro Piva
27 ottobre 2019

Il film documentario “Santa Subito” del regista Alessandro Piva è il vincitore del Premio del pubblico BNL della Festa del Cinema di Roma. Il film, prodotto da Apulia Film Commission e Fondazione Con il Sud, ha ricevuto 12 minuti di applausi e la standing ovation alla proiezione ufficiale. “Questo Premio di cui sono felicissimo, dopo la standing ovation e la commozione alla proiezione ufficiale, lo leggo come un segnale di grande maturità da parte di un pubblico consapevole che si mette in discussione, che opta non per un film di intrattenimento ma che sceglie i temi importanti di casa nostra”. E’ quanto ha dichiarato Piva dopo aver appreso della vittoria.

“Ci dimostra che la storia di Santa pur essendo una storia vecchia di 30 anni è ancora una vicenda purtroppo molto attuale. Un Premio che va certamente alla famiglia di Santa, spina dorsale del documentario che sta portando avanti la memoria di Santa e di questa vicenda, una tragedia che si sarebbe potuta evitare”. Rosa Maria Scorese, sorella di Santa Scorese, venuta al Festival di Roma per portare la sua testimonianza, ha dichiarato a sua volta: “Sono incredula perché non ho fatto in tempo a metabolizzare che sia passato un messaggio così importante con questo straordinario veicolo che è il cinema. Da sempre ho pensato che era un percorso possibile perché questa storia potesse lanciare un messaggio non tanto per noi, ma per tutti. E’ necessario creare una cultura nuova rispetto al rispetto di genere. Non solo quindi rispetto per le donne ma per tutti i generi. Perché non si creino più occasioni di sofferenza come quella che è toccata a Santa in primis e a moltissime famiglie italiane e perché si guardi anche a chi resta così come ha fatto Alessandro”.

“Santa subito” è la storia di Santa Scorese. La sera del 15 marzo 1991, al rientro a casa, Santa viene accoltellata a morte dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società all’epoca impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking. Aveva 23 anni. Lei, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, per anni aveva subito le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore, senza mai mettere mai in discussione la sua vocazione all’aiuto del prossimo e il suo percorso spirituale. Un reato di stalkeraggio prima che esistesse la parola ‘stalker’ e lo stesso reato.

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