Fiera di Milano, imprenditore già arrestato fa parte dell’entourage del boss Messina Denaro

Fiera di Milano, imprenditore già arrestato fa parte dell’entourage del boss Messina Denaro
20 gennaio 2017

Mafia e appalti. Giuseppe Nastasi, l’imprenditore arrestato nell’ambito dell’inchiesta su presunte infiltrazioni criminali nella Fiera di Milano, avrebbe un “atteggiamento da intraneo nell’entourage di Matteo Messina Denaro” e sembrerebbe “voler mettere le sue conoscenze a disposizione” del boss mafioso assieme a un altro imputato, Liborio Pace. E’ quanto emerge da un’annotazione di polizia giudiziaria depositata dal pm della Dda milanese Paolo Storari nel processo col rito abbreviato in cui oltre a Giuseppe Nastasi e a Pace sono imputate altre 5 persone accusate di avere creato fondi neri attraverso appalti di Fiera anche per favorire la famiglia mafiosa di Pietraperzia. Nell’udienza di oggi, il pm ha chiesto condanne fino a 9 anni di carcere.

CONSORZIO DOMINUS Nastasi nel processo milanese è accusato di avere messo in piedi un sistema di società ‘cartiere’, che ruotava attorno al consorzio Dominus, e di fatture false per creare ‘fondi neri’, parti dei quali, poi, sarebbero state consegnate anche ad esponenti di Cosa Nostra. Dominus, tra l’altro, stando agli atti dell’indagine, attraverso una controllata di Fiera Milano spa, la Nolostand (la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per questa società e ha commissariato anche il settore allestimento stand di Fiera), ha eseguito lavori anche per l’Esposizione Universale. Le accuse, a vario titolo, nel procedimento sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, appropriazione indebita, riciclaggio, anche con l’aggravante di aver agevolato la mafia.

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L’INTERCETTAZIONE Già nell’ordinanza d’arresto era emerso che la “famiglia mafiosa degli Accardo di Partanna”, in provincia di Trapani, a cui sarebbe legato Nastasi, ha notevole “importanza” nel panorama dei clan anche per “la forte vicinanza con la famiglia di Castelvetrano Messina Denaro”. Oggi il pm ha chiesto anche altre sei condanne: 6 anni per Giuseppe Lombino, 5 anni per Francesco Zorzi, 4 anni per Calogero Nastasi, padre di Giuseppe, per Massimiliano Giardino e per Marius Peltea, 2 anni per Vasilica Onutu. Un’altra imputata, invece, Simona Mangoni, ha chiesto il patteggiamento. La sentenza arriverà il 3 febbraio, mentre Pace e altri 3 imputati sono a processo con rito ordinario (Nastasi dovrebbe testimoniare in aula il 24 gennaio). In un’intercettazione ambientale contenuta nel documento depositato dal pm, Nastasi e Pace, mentre si recano nell’abitazione di un avvocato, discutono di Matteo Messina Denaro e della possibilita’ di mettere a disposizione del ‘capo’ di Cosa Nostra le conoscenze di questo legale. Il pm ha chiesto di condannare a nove anni di carcere Giuseppe Nastasi e a quattro anni il padre Calogero, rispettivamente presidente e collaboratore della societa’ Dominus Scarl, il consorzio di cooperative al centro dell’inchiesta, specializzato in allestimenti per gli stand e che aveva anche il compito di realizzare dei padiglioni per Expo 2015.

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