Cronaca

Fiori bianchi e cravatta da Iena, in centinaia per Nadia Toffa

Centinaia di persone hanno partecipato a Brescia al funerale di Nadia Toffa, la conduttrice televisiva morta martedì a 40 anni dopo una lunga battaglia con il cancro. Il feretro, coperto da fiori bianchi e cravatta da Iena, è stato salutato da un commosso applauso dei bresciani, radunati sul sagrato del Duomo cittadino: “Ciao, guerriera”, è stato urlato a gran voce. A don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli) e simbolo della lotta contro la Terra dei fuochi, il compito di celebrare il funerale, come desiderato dalla stessa Toffa: “Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di questa ragazza con la quale abbiamo condiviso tante gioie e dolori”, ha detto don Maurizio durante l’orazione.

Nadia Toffa, “capace di unire il Nord e il Sud, la Terra dei fuochi con Brescia”, ha “amato gli umili e i poveri e non si è vergognata della sua malattia – ha sottolineato il parroco – Ha saputo dare coraggio a tutti i malati oncologici, in Italia e nel mondo. Ha chiamato il cancro con il suo nome; noi nella Terra dei fuochi non abbiamo il coraggio di chiamarlo con il suo nome. Noi la chiamiamo ‘la malattia’, non diciamo mai cancro: ci fa troppa paura”, ha raccontato il parroco. Ad alimentare l’amore del pubblico, ha ragionato Patriciello, sono state la “fame e la sete di giustizia” che hanno caratterizzato il lavoro da Iena di Toffa. Una tenacia che le ha permesso di arrivare “là dove la gente era più bistrattata e dimenticata”.

A salutare uno dei volti storici delle Iene sono arrivati a Brescia colleghi vecchi e nuovi, primo fra tutti l’ideatore del programma televisivo Davide Parenti. Tra gli altri, si sono visti Pablo Trincia, Giulio Golia, Antonino Monteleone, l’europarlamentare Dino Giarrusso ed Enrico Lucci. Nadia Toffa, ha detto Lucci, intercettato da Repubblica Tv sul sagrato del Duomo, “è un un esempio per i giovani. Era una donna che credeva realmente in quello che faceva e aveva un innato e sincero sentimento contro l’ingiustizia”. Giulio Golia, invece, ha ricordato quando nella redazione delle Iene “l’abbiamo vista arrivare e da subito si è messa a sgomitare per diventare quella che è stata”. Quella di Toffa era una “passione per la vita vera” unita a un “indomito coraggio”, doti sottolineate dal vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada che ha affidato a una lettera il suo ricordo. Il vescovo ha voluto così rendere onore “al suo sorriso gentile” e alla sua “lotta contro la disonestà”.

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