Politica

Flotilla per Gaza respinge l’appello di Mattarella: “Non possiamo accettare”. E’ polemica

Sergio Mattarella

La Global Sumud Flotilla respinge l’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di deviare la propria rotta verso Gaza e affidare al Patriarcato Latino di Gerusalemme la consegna degli aiuti umanitari raccolti per la popolazione palestinese. La decisione, comunicata oggi da un portavoce dell’iniziativa, ha scatenato le reazioni del governo italiano e sollevato interrogativi sulla sicurezza dell’operazione in acque internazionali.

Il capo dello Stato aveva lanciato un accorato appello per “preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza” di Gaza, dove “il valore della vita umana viene gravemente calpestato con disumane sofferenze”. Mattarella aveva proposto di utilizzare il canale del Patriarcato Latino di Gerusalemme per garantire la consegna sicura degli aiuti destinati a “bambini, donne, uomini di Gaza”.

Non è stato affatto estemporaneo, naturalmente, l’appello lanciato oggi da Mattarella agli equipaggi della Global Sumud Flotilla in rotta verso Gaza per recapitare aiuti alimentari e medicinali alla popolazione palestinese, nonostante il blocco navale israeliano. Un appello in cui in sostanza viene chiesto un cambio di rotta e di rivolgersi per esempio al Patriarcato Latino di Gerusalemme come tramite per la consegna di tutti quei beni di prima necessità imbarcati sulle navi, le barche che fanno parte della Flotilla.

Le parole di oggi arrivano ovviamente dopo giorni in cui Mattarella ha seguito da vicino la questione della flottiglia. Si è informato, ha fatto le sue valutazioni e poi ha deciso di fare questo appello. Una esortazione che è seguita ai contatti avuti in queste ore, a tutti i livelli, dal Colle con il governo. A partire da colloqui telefonici con la premier Giorgia Meloni a prevedibili e quasi scontati contatti con i ministri degli Esteri e della Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto. Una situazione la cui evoluzione è stata comunque seguita sempre, come per altro è prassi in casi delicati come questo, da tutti gli staff delle istituzioni coinvolte. Fino all’appello di oggi.

La risposta della Flotilla non si è fatta attendere. “Noi non possiamo accettare l’appello perché questa proposta arriva per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali con il rischio d’essere attaccate”, ha dichiarato un portavoce. L’organizzazione ha interpretato l’invito presidenziale come un invito a “scansarsi” piuttosto che richiedere garanzie contro eventuali attacchi illegali.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal palco della festa di Forza Italia a Telese Terme, ha rinnovato l’appello affinché la Flotilla riconsideri la propria posizione. “L’appello di Mattarella ha un valore simbolico altissimo”, ha sottolineato il segretario di Fi, evidenziando come il presidente abbia “lavorato tantissimo perché si trovasse un compromesso” per evitare il peggioramento della situazione.

La mediazione del governo sotto i riflettori

Tajani ha rivelato i dettagli del lavoro diplomatico svolto dall’esecutivo: “Abbiamo lavorato con Israele, con il patriarcato, abbiamo sentito attraverso l’unità di crisi la Flotilla”. Il ministro ha espresso fiducia nella possibilità di un ripensamento: “Si può anche cambiare idea, il no può diventare sì, c’è anche da proteggere tante vite umane”. La proposta governativa prevedeva il consenso delle autorità israeliane per la consegna degli aiuti tramite il Patriarcato Latino, una soluzione che secondo Tajani rappresenterebbe “la migliore” per garantire che i beni raccolti raggiungano effettivamente la popolazione civile di Gaza.

Particolarmente severo il giudizio del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, anche lui di Forza Italia, che ha definito il rifiuto della Flotilla “un affronto al Capo dello Stato e insieme un insulto alla natura umanitaria” dell’iniziativa. Mulè ha lanciato un appello specifico ai “componenti italiani della spedizione” perché “diano un segnale di rispetto verso il Presidente desistendo dal continuare la missione”. La vicenda mette in evidenza le complessità diplomatiche legate alle iniziative umanitarie indipendenti in zone di conflitto e il delicato equilibrio tra solidarietà internazionale e sicurezza operativa.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri