“Sono preoccupato per la Global Sumud Flotilla”, ha dichiarato Tajani intervenuto a Roma all’evento “La scuola fino a prova contraria”. Il capo della diplomazia ha sottolineato il ruolo della Marina italiana, presente “solo per motivi umanitari, non con compatti militari”, per assistere in caso di avaria o malore. Tuttavia, ha avvertito: “Certamente non possiamo mettere a repentaglio la sicurezza e la vita dei nostri marinai per una iniziativa politica che noi abbiamo sconsigliato”. Tajani ha escluso in modo categorico qualsiasi possibilità di un conflitto a fuoco con Israele: “Non ci sarà mai… perché non siamo in guerra”. La posizione del governo è chiara: dissociarsi dall’iniziativa e prepararsi a un eventuale soccorso, senza oltrepassare il limite di una crisi militare.
Mentre Roma parla, la Flottilla avanza. “Siamo a 200 miglia da Gaza, un risultato importante. L’obiettivo è arrivare a Gaza per aprire un corridoio umanitario permanente”. A parlare, in un video diffuso sui social, sono Annalisa Corrado e Arturo Scotto del Partito Democratico, a bordo delle imbarcazioni. Confermano la strategia: ignoreranno un eventuale “alert” della Marina italiana in acque internazionali, ritenendo illegale un blocco in quel frangente. Cederebbero, invece, di fronte a un ordine israeliano, “per evitare di mettere a rischio la sicurezza”. “Sono le regole di ingaggio pacifiche, non violente e perfettamente nel solco del diritto internazionale”, precisano, esprimendo stupore che la notizia faccia rumore solo ora.
Il momento della verità si avvicina. Il deputato Pd Arturo Scotto, collegato da una barca della Flottilla con Rai Radio1, ha fornito un aggiornamento operativo: “In questo momento siamo circa a 190 miglia da Gaza, realisticamente giovedì mattina saremo lì”. L’ingresso nella zona delle 150 miglie, che Israele considera propria area di intercettazione marittima, è previsto per la notte. “Quando realisticamente dovrebbe esserci l’intercetto delle autorità israeliane, abbiamo informazioni molto concrete in merito”. Sull’ipotesi di arresto avanzata dal ministro della Difesa Crosetto – definita “il minore dei mali” – Scotto replica: “Penso si tratterebbe di un arresto illegale perché compiuto in acque internazionali”. Prevede un “abbordaggio” delle imbarcazioni e assicura: “Noi ci metteremo in una posizione pacifica”.
Il quadro politico nazionale è diviso. Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha elogiato la linea governativa: “Il governo italiano è l’unico che si sta muovendo davvero per trovare una soluzione… La nostra tradizione è cercare di risolvere i problemi e non di crearli”. Una posizione che non convince l’opposizione. I parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Esteri e Difesa hanno tuonato contro un’eventuale “passività” di Roma: “È gravissimo che il governo si mostri di fatto acquiescente ad un’azione criminale assolutamente illegale”. Per i pentastellati, fermare la missione umanitaria sarebbe un “crimine” e l’atteggiamento del governo è definito “umiliante”, un anteporre i “buoni rapporti con il governo criminale di Israele alla difesa del diritto internazionale”.