Fmi all’Italia: 20 anni per tornare ai livelli di occupazione pre-crisi

Monito all’Italia del Fondo monetario internazionale. “Senza una significativa accelerazione della crescita, alla Spagna ci vorrano quasi 10 anni e a Italia e Portogallo quasi 20 anni per ridurre il tasso di disoccupazione a livelli pre-crisi”. E’ quanto spiega l’istituzione nel rapporto al termine della missione annuale nell’Unione monetaria, in cui si legge che “una disoccupazione alta probabilmente continuerà per un po’”. Nel nostro Paese in particolare, si stima che il “tasso naturale di disoccupazione” – definito come il tasso di disoccupazione di inflazione stabile (Nairu) – “resti più alto di quello visto durante la crisi”. Per un confronto, in Francia sarà nel medio termine a livelli pari a quelli durante la crisi mentre in Spagna il Nairu “scenderà in modo significativo rispetto a livelli senza precedenti ma rimarrà sopra il 15% nel medio termine”. In una tabella contenuta nel rapporto poi, il Fondo fornisce al nostro Paese cinque raccomandazioni oltre a descrivere quali sono le priorità e i progressi fatti.

La prima raccomandazione è “l’adozione e l’implementazione della pianificata riforma dell’amministrazione pubblica” che tra l’altro dovrebbe trattare anche la gestione delle risorse umane per sbloccare la produttività. La seconda è data da “ulteriori misure volte a migliorare l’efficienza della giustizia civile” razionalizzando i tipi di casi che arrivano alla Cassazione, permettendo un’ulteriore specializzazione dei tribunali e premendo l’acceleratore sul progetto per lo sviluppo di indicatori sulla performance dei tribunali. La terza raccomandazione coprende, oltre al rafforzamento delle politiche previste dal Jobs Act, la “legislazione e l’implementazione di misure concrete per ridisegnare” il cosiddetto “wage supplementation scheme” (la CIG) “in un sistema universale di sostegno condizionale alla ricerca di lavoro e al training”. La quarta raccomandazione del Fondo per l’Italia riguarda una “decentralizzazione della contrattazione salariale per permettere una maggiore flessbilità nei contratti nazionali”. Infine, l’Fmi chiede la rapida approvazione e implementazione della Legge annuale sulla competizione per affrontare le barriere regolamentari esistenti in settori chiave come il retail e i trasporti.

Essa “sosterrebbe la crescita”, si legge nel rapporto, che aggiunge: “la piena implementazione di riforme già legiferate da tutti i livelli del governo è necessaria per migliorare il contesto imprenditoriale”. Facendo notare che “l’Italia sta emergendo da tre anni di recessione”, lo staff dell’istituzione guidata da Christine Lagarde spiega che le priorità sul fronte delle riforme sono quattro: migliorare l’efficienza del settore pubblico e quella della giustizia sul piano civile; migliorare la flessibilità del mercato del lavoro e aumentare la competizione nei mercati dei prodotti e dei servizi. L’Fmi cita poi i recenti progressi fatti dall’Italia come alcune riforme del sistema giudiziario per accelerare il ritmo con cui vengono condotti i processi, come la nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici e il Jobs Act. Nel rapporto l’Fmi afferma anche che la ripresa economica dell’area euro “si sta rafforzando”. Ora “i rischi sulla crescita sono più equilibrati di quanto lo fossero negli anni passati, quando erano chiaramente più sbilanciati ai ribasso”, afferma l’istituzione. Tuttavia i problemi non sono finiti. Eurolandia continua innanzitutto ad accusare “una mancanza cronica di domanda” a cui si aggiungono le difficoltà di bilancio sia delle imprese che delle banche e una bassa produttività che frena investimenti e lavoro.

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