Il Museo del Louvre
Il Museo del Louvre torna ad accogliere il pubblico dopo tre giorni di chiusura forzata, segno tangibile della sfida lanciata dalla rapina di gioielli avvenuta domenica 19 ottobre. L’istituzione parigina riapre le sue porte in un clima di tensione e indagini ancora in corso, mentre si cerca di ripristinare la fiducia nel sistema di sicurezza.
Le indagini procedono a ritmo serrato per ricostruire l’esatta dinamica del colpo. Il Louvre ha stimato martedì che il bottino comprende otto gioielli, il cui valore complessivo si aggira attorno agli 88 milioni di euro, cifra definita «estremamente spettacolare» dal procuratore di Parigi, Laure Beccuau. Tuttavia, la magistratura precisa che il danno non è comparabile con quello di opere storiche preziose e avverte che i ladri non potranno trarre guadagno se decideranno di fondere i preziosi.
La vicenda ha acceso un vivace confronto in parlamento. Il ministro della Cultura, Rachida Dati, finita nel mirino delle critiche, ha difeso il sistema di sicurezza del Louvre, definendolo «efficace» e annunciando l’adozione di ulteriori misure per prevenire simili eventi in futuro. Intanto, la direttrice del museo, Laurence des Cars, prima donna a guidare l’istituzione dal 2021, sarà ascoltata oggi dalla commissione Cultura del Senato. Finora Des Cars ha preferito non rilasciare dichiarazioni pubbliche sull’accaduto.
La procura parigina ha aperto un’inchiesta per furto organizzato e associazione a delinquere. L’ipotesi privilegiata è quella di un colpo messo a segno da membri della criminalità organizzata, prevalentemente straniera. L’identità dei ladri resta però ancora sconosciuta e le forze dell’ordine continuano a cercarli senza sosta, mentre il mistero attorno all’episodio si infittisce.