G20 di Johannesburg senza Usa, riforma Onu e pace in 4 crisi globali. Ucraina, Ue valuta piano Trump

Le capitali europee analizzano gli effetti della proposta Usa e lavorano a una posizione comune, collegando sicurezza e rappresentanza globale nei forum multilaterali.

I leader del G20 riuniti oggi a Johannesburg hanno rilanciato l’impegno per una pace giusta in quattro aree di crisi e chiesto una riforma del Consiglio di sicurezza Onu, approvando la dichiarazione finale con ampia maggioranza.

Nel primo G20 mai ospitato nel continente africano, la presidenza sudafricana ha annunciato l’adozione del documento conclusivo che riafferma la necessità di “una pace giusta, globale e duratura” in Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Territori Palestinesi Occupati e Ucraina.

Il testo, approvato nonostante l’assenza degli Stati Uniti e il dissenso dell’Argentina, contiene anche la richiesta di una riforma sostanziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di ampliare la rappresentanza delle regioni oggi sottorappresentate, fra cui Africa, Asia-Pacifico e America Latina. La presidente sudafricana Cyril Ramaphosa ha definito il risultato “una maggioranza schiacciante”, pur senza rendere noto il numero dei contrari.

Il caso Usa e il dissenso argentino

L’assenza degli Stati Uniti, decisa dal presidente Donald Trump, incombe da settimane sulla credibilità del summit. Washington ha contestato il governo sudafricano accusandolo di discriminare i cittadini bianchi e ha scelto di non inviare alcuna delegazione.

A sua volta, l’Argentina di Javier Milei non ha firmato la dichiarazione, sostenendo che il metodo seguito violasse le regole del consenso e che il testo contenesse valutazioni geopolitiche incompatibili con la linea di Buenos Aires. Nonostante le tensioni, il documento finale porta avanti altri due dossier ritenuti centrali: la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) in direzione di un mandato più efficiente e la necessità di incrementare gli investimenti globali per conseguire gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi.

Clima, migrazioni e nuovo ruolo dell’Africa

Il capitolo climatico del documento insiste sulla “necessità di maggiori investimenti globali” per mantenere gli impegni assunti nel 2015, accanto a un richiamo alla modernizzazione delle catene del valore energetiche. Sul fronte migratorio, i leader ribadiscono il sostegno ai migranti ma riconoscono al tempo stesso l’urgenza di prevenire i flussi irregolari e il traffico di esseri umani, proponendo un approccio integrato che contempli sicurezza, diritti e cooperazione.

L’edizione sudafricana del G20 segna un punto politico ulteriore: per la prima volta non avverrà il passaggio di consegne alla presidenza successiva, poiché nel 2026 il vertice sarà organizzato dagli Stati Uniti, che hanno già designato la Florida come sede.

Pressioni su Kiev e analisi del piano Usa

A margine della plenaria, la questione ucraina è rimasta al centro di una fitta attività diplomatica. Gli inviati statunitensi continuano a pressare Kiev affinché valuti la firma dell’accordo di pace entro giovedì prossimo, mentre la bozza americana in 28 punti è stata esaminata dai leader del G7 e dell’Unione Europea.

La presidente del Consiglio italiana, impegnata in una serie di colloqui bilaterali, ha ribadito che l’Italia è pronta a lavorare con partner europei e statunitensi per una soluzione “giusta”, collegando la posizione italiana anche al sostegno dato nei giorni scorsi alla stabilizzazione mediorientale. Secondo fonti europee, la premier ha incontrato Antonio Costa e Ursula von der Leyen dopo una telefonata con Volodymyr Zelensky dedicata agli sviluppi più recenti.

Le riserve europee e la sequenza dei prossimi vertici

Questa mattina, in una riunione di coordinamento, i leader del G7 e della Ue hanno riconosciuto che il piano statunitense contiene “elementi importanti” per una pace duratura, ma hanno precisato che la bozza richiede ulteriore lavoro. Hanno inoltre richiamato il principio per cui i confini non devono essere modificati con la forza e hanno espresso timori sulle possibili limitazioni alle forze armate ucraine, considerate un rischio per la capacità difensiva del Paese.

Nel pomeriggio la presidente del Consiglio italiana ha discusso il dossier in un bilaterale con il premier canadese Mark Carney. Domani, a Ginevra, i consiglieri per la sicurezza nazionale di Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Ucraina torneranno a esaminare il piano. Lunedì, durante il vertice Ue–Unione Africana a Luanda, è prevista una nuova sessione straordinaria dei leader europei dedicata all’Ucraina.