Politica

G7 prudente sulla Cina: contro “coercizione economica” ma rapporto costruttivo

È evidentemente frutto di una mediazione, la parte che riguarda la Cina del comunicato finale del summit G7 di Hiroshima, che raggruppa i punti di vista più sfumati dei partner europei e quello più rigido degli Usa. Alla fine, dal documento, emerge una posizione prudente che spende parole dure sul tema dei diritti umani (Tibet, Xinjiang) e contro le “interferenze che minano le nostre comunità” e che punta il dito contro la “coercizione economica”, ma che nello stesso tempo esprime disponibilità ad avere “relazioni costruttive e stabili” con la Cina e assicura che i Sette non hanno cambiato idea sulla politica dell'”Unica Cina”, chiedendo una soluzione pacifica per Taiwan.

INTERFERENZE

La Cina eviti di “condurre attività di interferenza volte a minare la sicurezza e l’incolumità delle nostre comunità, l’integrità delle nostre istituzioni democratiche e della nostra prosperità economica” si legge nel comunicato diffuso oggi, in anticipo a causa dell’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Hiroshima. I leader G7 chiedono a Pechino di “agire in conformità con i suoi obblighi ai sensi della Convenzione di Vienna sulle Relazioni diplomatiche e la Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari”.

COERCIZIONE ECONOMICA

“Rafforzeremo la collaborazione lanciando una piattaforma di coordinamento contro la coercizione economica per aumentare la nostra capacità di valutazione collettiva, preparazione, deterrenza e risposta alla coercizione economica, e promuoveremo ulteriormente la cooperazione con i partner al di là il G7”, si legge nel comunicato dove, in questa parte, non si fa riferimento esplicito a Pechino, ma poi la formula ritorna nella parte regionale dedicata proprio alla Cina.  “Approfondiremo – continua – il nostro dialogo strategico contro le pratiche dannose per proteggere le catene di approvvigionamento globali da influenze illegittime, spionaggio, fuga di conoscenze illecite e sabotaggio nella sfera digitale. Affermiamo la nostra responsabilità condivisa e la determinazione a coordinarci per impedire che le tecnologie all’avanguardia che sviluppiamo vengano utilizzate per promuovere le capacità militari che minacciano la pace e la sicurezza internazionali”.

TAIWAN

“Ribadiamo l’importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan, come indispensabile per la pace e la prosperità nella comunità internazionale”, si legge nel comunicato finale. “Non c’è alcun cambiamento nelle posizioni di base dei membri del G7 su Taiwan, a partire dalla politica sull`”Unica Cina””, si legge ancora nel documento. “Chiediamo – affermano i Sette – una soluzione pacifica delle questioni collegate allo Stretto di Taiwan”.

MAR CINESE MERIDIONALE

Per quanto riguarda le rivendicazioni cinesi nel Mar cinese meridionale, i Sette hanno ribadito che “non esiste una base legale per le estese rivendicazioni marittime della Cina nel Mar cinese meridionale, e noi ci opponiamo alle attività di militarizzazione della Cina nella regione”.  I Sette hanno dichiarato inoltre che si opporranno “fermamente” a cambiamenti dello status quo.

RELAZIONI COSTRUTTIVE E STABILI

I Sette tuttavia si sono detti “pronti a costruire relazioni costruttive e stabili con la Cina, riconoscendo l’importanza di impegnarci apertamente ed esprimere le nostre preoccupazioni direttamente alla Cina. Agiamo nel nostro interesse nazionale. È necessario cooperare con la Cina, dato il suo ruolo nella comunità internazionale e le dimensioni della sua economia, sulle sfide globali e sui settori di interesse comune”. I campi di collaborazione sono tanti: la crisi climatica, la protezione della biodiversità, la conservazione delle risorse naturali, la sostenibilità e il debito dei paesi vulnerabili, la salute globale e la stabilità macroeconomica. “I nostri approcci politici non sono progettati per danneggiare la Cina né cerchiamo di ostacolare il suo progresso e sviluppo economico. Una Cina in crescita, che rispetta le regole internazionali, sarebbe di interesse globale. Non ci stiamo disaccoppiando o rivolgendo verso l’interno”, hanno assicurato i Sette. “Allo stesso tempo – hanno proseguito – riconosciamo che la resilienza economica richiede la riduzione dei rischi e la diversificazione. Prenderemo provvedimenti, individualmente e collettivamente, per investire nella nostra vivacità economica. Ridurremo le dipendenze eccessive nelle nostre catene di approvvigionamento critiche”.

ELIMINARE DISPARITA’ TRA LAVORATORI E IMPRESE

Tuttavia per garantire relazioni economiche sostenibili con la Cina, rafforzando il commercio globale, i G7 si impegnato a fare “pressione per condizioni di parità per i nostri lavoratori e le nostre imprese”. Il che vuol dire – secondo i leader – “affrontare le sfide poste dalle politiche e dalle pratiche non di mercato della Cina, che distorcono l’economia globale”. In particolare si parla di pratiche come “il trasferimento illegittimo di tecnologia o la divulgazione di dati”. I Sette inoltre riconoscono la “necessità di proteggere alcune tecnologie avanzate che potrebbero essere utilizzate per minacciare la nostra sicurezza nazionale, senza limitare indebitamente il commercio e gli investimenti”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da